Pensioni: Damiano incalza, Renzi a favore della Fornero!
Cesare Damiano non da tregua ai politici e incalza nuovamente il governo Letta e il ministro Giovannini.
Stavolta si tratta del possibile innalzamento dell’età pensionabile delle donne che secondo l’UE deve equipararsi a quella degli uomini. Damiano batte sul tempo governo e ministri e chiarisce i probabili intenti dello Stato.
“Non vorremmo – ammonisce Damiano – che il Governo, sulla base delle sollecitazioni che giungono dall’Europa, pensasse di innalzare anche l’età pensionabile delle donne per equiparala a quella degli uomini, magari destinando le risorse così risparmiate nuovamente al risanamento del debito. Si tratterebbe di uno scippo intollerabile, considerando che tra il 2020 e il 2060, soltanto dalle pensioni si risparmieranno oltre 300 miliardi di euro. Una cifra impressionante tutta a carico dello stato sociale”.
E mentre Damiano si batte per le cose che secondo lui siano diritti inalienabili dei lavoratori, Matteo Renzi uno dei “papabili” del Pd, che non ha mai nascosto di condividere buona parte della riforma delle pensioni firmata Elsa Fornero, stavolta va oltre e dichiara apertamente:
“Perderò voti, ma lo voglio dire, la riforma va bene. Gli esodati sono un problema specifico che va comunque risolto, ma è stato normale allungare l’età pensionabile, visto l’innalzamento della prospettiva di vita. So benissimo che troppi lavoratori si sono visti allungare i tempi di servizio, e riconosco che agli stessi esodati sia stata stravolta la vita, ma ribadisco che era giusto intervenire nel sistema previdenziale nostrano, aggiustando le norme su lavoro e rivedendo lo Statuto dei lavoratori, salvo la difesa dei diritti dei lavoratori che devono essere intoccabili”.
Damiano invece anche qui la pensa diversamente, leggiamo insieme le sue parole:
“Il ministro Giovannini, accanto alla battaglia per inserire nella legge di Stabilità un sostegno per gli oltre 4 milioni di poveri, dovrebbe anche battersi per avere nella stessa legge una soluzione al problema dei cosiddetti esodati e per l’introduzione di una norma di flessibilità nel sistema previdenziale, come promesso dal Governo. Non sfugge al Ministro che l’esistenza di centinaia di migliaia di persone rimaste senza reddito a causa della ‘riforma’ Fornero delle pensioni, ha prodotto nuovi poveri. Se questo problema si risolve riduciamo la platea dei cittadini che hanno bisogno di un’assistenza. Non comprendiamo come mai il governo continui a sottovalutare il tema delle pensioni; l’indicizzazione proposta dal 2014 non va bene perché mette di nuovo le mani nelle tasche dei pensionati; seimila nuovi salvaguardati nella legge di Stabilità non risolvono il problema; l’assenza di una misura di flessibilità, a partire dai 62 anni di età con 35 anni di contributi, e aver innalzato bruscamente l’età fino a 67 anni, impedisce il turn-over nelle imprese e ai giovani di entrare nel mercato del lavoro”.
Insomma alla faccia del fronte unito…