Pensioni: Proposta Santini, richieste dei sindacati e taglio pensioni d’oro!

Dopo il turbinio (più di 3.000) degli emendamenti che si sono presentati poco prima del voto per la nuova legge di stabilità, la riforma del sistema pensionistico è diventato un tema sempre più all’ordine del giorno.

Molte le richieste, ancor di più le proposte, il PD che concorda col PdL, i sindacati che si trovano d’accordo con la Confindustria…

Vediamo di fare chiarezza:

  • Dopo la proposta di flessibilità in uscita di Cesare Damiano, subito bocciata e seguita da quella del prestito statale del ministro Giovannini, anch’essa poi sparita nel nulla, ecco che si profila una nuova sorta di uscita anticipata dal lavoro all’età minima di 62 anni e solo per chi perde il posto di lavoro, firmata Giorgio Santini del PD.

Si tratta, in sostanza, di permettere a chi rimane disoccupato di avere in anticipo la pensione al posto della cassa integrazione in deroga, poiché se a questi, ormai ex lavoratori, venisse erogata la pensione, invece della Cig, la minore spesa per lo Stato deriverebbe dall’assenza di contributi dovuti nel secondo caso.

In aggiunta, al momento l’ipotesi non prevede penalizzazioni, in pratica: “Si potrebbe andare in pensione con le vecchie regole e ricevendo un assegno commisurato ovviamente agli anni di attività” come spiega lo stesso Santini.

  • La seconda buona notizia riguarda la rivalutazione delle pensioni che secondo le ultime indiscrezioni sembra che saranno indicizzate al 100% per gli assegni fino a 2.500 euro.

I sindacati:

Le rivendicazioni sindacali che finalmente si sono concordati su qualcosa e si sono presentati a fronte unito (vediamo ancora per quando) sono le seguenti:

  1. Meno tasse per lavoratori e pensionati. In particolare, si propone un significativo aumento delle detrazioni sia per i lavoratori dipendenti sia per i pensionati onde incrementare il loro potere di acquisto.
  2. Per il settore pubblico si chiede di dare certezza alla stabilizzazione dei precari e liberare la contrattazione di secondo livello.
  3. In aggiunta rafforzare e rendere strutturale la detassazione del salario di produttività che dovrebbe essere estesa anche ai lavoratori del settore pubblico, attualmente esclusi.
  4. I soldi per tutto questo dovrebbero arrivare – secondo i sindacati – dalle risorse recuperate dalla lotta agli sprechi, alle inefficienze e alla cattiva gestione, specie a livello locale.
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Infine il M5S, “sorprende”, per quanto riguarda la discussione sul quasi certo taglio/contributo alle cosiddette pensioni d’oro – quelle al di sopra dei 90.000 euro – proponendolo solo per gli ex dipendenti pubblici, lasciando intoccate dunque le pensioni dei privati. A precisarlo la senatrice Alessandra Bencini: “Per quanto riguarda il taglio alle pensioni d’oro volevo spiegare che si tratta comunque di pensioni in gestione previdenziale pubblica, cioè dipendenti pubblici che hanno delle pensioni esorbitanti che vanno riviste”.

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