In Italia sono i pensionati a mandare avanti lo Stato!
Cruda e triste verità ma così stanno le cose; nel nostro paese i pensionati sono la categoria sociale che lo stato prende di mira quando ha bisogno di far quadrare i conti.
Tutto questo emerge da un’analisi di Confesercenti che ha preso in considerazione pensionati fra 65 e 75 anni senza carichi di famiglia, residenti a Roma (con relative addizionali regionali e comunali) e ha effettuato simulazioni su due tipologie di assegni (applicabili a 16,5 milioni di pensionati italiani):
- 1,5 volte il minimo (750 euro al mese) e
- 3 volte il minimo (1.500 euro al mese).
In questa fascia di reddito, il peso dell’IRPEF (l’imposta sulle persone fisiche, comprese le addizionali) varia tra un minimo del 9,17% per chi guadagna meno e arriva sino al 20,7% per chi riceve invece un assegno Inps un po’ più alto.
Il paragone con quello che succede ad altri Paesi d’Europa vi farà piangere!
Per una pensione di 1.500 euro, 3 volte il trattamento minimo, che corrisponde a un importo lordo di 19.322 euro all’anno (cioè 1.200 euro netti circa al mese), si pagano in Italia ben 4.000 euro annui contro:
- 1.700 euro in Spagna,
- 1.400 euro in Gran Bretagna
- 1.000 euro in Francia e
- 39,00 euro (si soli trentanove euro) in Germania.
Dunque chi prende 1.500 euro (lordi) al mese, in Italia paga comunque almeno il doppio (20,73%) di tasse rispetto a Spagna (9,5%), Regno Unito (7,2%), Francia (5,2%) e Germania (0,2%).
La situazione è ancora “peggio” quando si considera la fascia dei 750 euro al mese (circa 700 euro netti) poiché il pensionato nostrano e’ l’unico a dover pagare delle tasse (tra l’altro ben 9,17%) perché un pensionato francese, tedesco, spagnolo e inglese nella stessa condizione non paga nulla.