Pensioni: Elsa Fornero provoca ancora!
Ne parliamo da un bel po’ ormai, e a differenza di molti altri abbiamo più volte ribadito il perché della necessità della riforma Fornero sottolineando pero le ingiustizie, le sviste e gli “orrori” che ha portato con sé!
Per essere chiari, il vecchio sistema previdenziale andava cambiato perché non era sostenibile… prima o poi doveva arrivare una riforma. Detto questo quando si attua una manovra cosi “rivoluzionaria”, complessa e in maniera frettolosa è doveroso seguire la sua implementazione e aggiustare gli inevitabili errori e problemi (ESODATI) che inevitabilmente creerà.
Elsa Fornero purtroppo getta ancora olio sul fuoco difendendo in un’intervista al Mattino il suo operato e sostenendo di aver “salvato l’Italia”.
“Nelle stesse circostanze e con le stesse informazioni, oggi rifarei le stesse cose per il bene dell’Italia. Le sottovalutazioni sono dipese da informazioni inadeguate. Mi assumo la responsabilità dell’errore. Ma con quella riforma l’Italia si è salvata – dice l’ex ministro del Welfare – forse il vero errore è stato non essere riusciti a spiegarci. Le riforme non nascono in laboratorio. Quella sul mercato del lavoro era una promessa: è stata giudicata prima che potesse dispiegare qualche effetto.
E continua: “Sulle pensioni era necessario dare una risposta credibile ai mercati in tempi rapidi. Il malato era terminale. Ho domandato: quanto tempo ho? Venti giorni, anche meno. Da studiosa, le idee le avevo abbastanza chiare. Poi ho capito la differenza fra avere le idee chiare e dover prendere decisioni sulla vita delle persone”.
Riguardo Monti: “Monti ha ridato all’Italia una reputazione ed è stato trattato in maniera vergognosa. Questo Paese è sempre alla ricerca di un taumaturgo. Prima ti incensa e poi ti getta nella polvere. Già dall’autunno i partiti si sono resi meno disponibili. Cinismo programmato: dovevano fare i conti con le elezioni. I tecnici erano un target perfetto su cui sparare”.
Infine dell’attuale governo Letta commenta: “Mi piace. È in continuità con il nostro sotto il profilo dell’agenda e della cultura che esprime. Abbiamo la possibilità di riprendere in mano il nostro destino”.