Inps, Ocse, Corte dei Conti e adesso anche l’Eurostat; tutti d’accordo che il sistema pensionistico va cambiato!
Il primo a lanciare l’allarme è stato lo stesso Mastrapasqua e sappiamo bene com’è andata a finire. (Trovate tutto QUI, QUI e QUI)
Poi è arrivata l’Ocse che ha messo tutti in guardia. (Potete leggere tutto QUI)
La Corte dei Conti ha semplicemente verificato che i conti non tornano, il problema è reale e si deve fare qualcosa a riguardo e in maniera improrogabile. (QUI)
Infine l’Eurostat aggiunge la propria “voce” al coro: cosi non si può andare avanti!
Vediamo insieme cosa si scopre spulciando tra i vari dati che ci arrivano dall’Europa:
- Quasi la metà dei pensionati Inps, per la precisione il 45,2%, ha una pensione inferiore a 1.000 euro al mese
- Lo scorso anno quasi 20 milioni d’italiani sono stati sfiorati dallo spettro della povertà
- Circa 7,2 milioni di pensionati non arrivano a 1.000 euro
- 2,26 milioni (il 14,3% del complesso) non raggiungono nemmeno i 500 euro
- Meno di 650.000 persone possono invece contare su una pensione di 3.000 euro al mese
- In caduta libera, poi, il potere d’acquisto delle famiglie italiane dall’inizio della crisi a oggi. Dal 2008 al 2012 si è ridotto del 9,4, mentre nel solo anno tra il 2011 al 2012 il calo è stato del 4,9%
- Infine la “batosta” definitiva arriva dalla tassazione eccessiva di questa categoria sociale. Specie nella fascia di reddito tra 1,5 e 3 volte il trattamento minimo, che corrisponde a un importo lordo tra 9.661 e 19.322 euro l’anno, cioè tra 700 e 1.200 euro netti circa al mese) il peso dell’IRPEF varia tra un minimo del 9,17% sino al 20,7%. Giusto per far un paragone i pensionati tedeschi nella medesima fascia di reddito sono praticamente esentasse, con un prelievo che varia tra lo 0 e lo 0,2%.
Se a tutto questo aggiungiamo, esodati, lavoratori precoci e usuranti, i quota 96 e la disoccupazione specie quella giovanile, tutti temi caldi di cui nella legge di stabilità non si è fatto assolutamente niente, allora possiamo comprendere la gravità della situazione.
Intanto il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha eliminato la cosiddetta busta arancione, documento che dovrebbe comunicare a pensionati e futuri tali quanto dovrebbero prendere di pensione con il nuovo calcolo contributivo, dicendo:
“Busta arancione vuol dire tutto e vuol dire nulla. Io sono sempre stato a favore della trasparenza. Ma se busta arancione vuol dire inviare a casa di tutti un foglio con dei numeri non credo faremmo un buon servizio al sistema, visto anche, come dimostrano i dati Ocse, la scarsa dimestichezza di molta parte della popolazione con la capacità anche matematica”.
Voi sapete quanto fa 1+1=?