Pensioni: Indennità di disoccupazione Aspi e prestito previdenziale.
L’avvento della riforma targata Fornero e la rivoluzione che ha portato al sistema previdenziale e alla vita di migliaia di pensionati e futuri tali, ha visto anche l’introduzione di un nuovo ammortizzatore sociale onde combattere gli effetti a volte nefasti per molti lavoratori, vedessi esodati!
L’Aspi, Assicurazione Sociale per l’impiego ha sostituito a tutti gli effetti:
- l’indennità di mobilità;
- l’indennità di disoccupazione non agricola ordinaria;
- l’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti e l’indennità di disoccupazione speciale nell’edilizia
e il suo obiettivo è di fornire un’indennità mensile di disoccupazione a tutti i lavoratori dipendenti – compresi gli apprendisti e i soci lavoratori di cooperativa con un rapporto di lavoro subordinato e con esclusione dei dipendenti delle PA assunti a tempo indeterminato e degli operai agricoli – che abbiano perduto involontariamente l’occupazione ed abbiano due anni di assicurazione e almeno un anno di contribuzione nel biennio precedente l’inizio del periodo di disoccupazione.
Com’è facile intuire, non tutti i lavoratori possono avervi diritto, ecco dunque i requisiti di accesso richiesti dalla nuova normativa:
- Stato di disoccupazione involontario;
- Versamento di almeno due anni di assicurazione;
- Maturazione di almeno un anno di contribuzione nel biennio antecedente il periodo di inoccupazione.
Per fare domanda è possibile utilizzare il portale online dell’Inps oppure mettersi in contatto col Call Center dell’Istituto ai numeri 803164 e 06164164.
E giacche siamo in tema esodati il ministro per i rapporti con il Parlamento e il coordinamento delle attività di governo, Dario Franceschini, qualche giorno fa ha annunciato che arriveranno presto nuove misure relative all’infinito capitolo che vede coinvolti migliaia di lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione. Franceschini purtroppo non ha specificato se tali interventi saranno suddivisi di nuovo in tranche o disposti in un’unica soluzione, ma si parla della salvaguardia, nel 2014, di altri 17 mila soggetti, oltre ai 6 mila indicati inizialmente.
Infine sembra, ripetiamo sembra, che viene sempre più “votata” la proposta del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini e del suo prestito previdenziale. Ovviamente come lui stesso ha sottolineato “c’è ancora la necessità di valutare attentamente da una parte i costi di una tale soluzione per le casse statali, dall’altra il potenziale bacino di utenza in termini di piccole e medie imprese interessate”.
A oggi pare comunque l’unica misura, seppur discutibile, per inaugurare una sorta di flessibilità in uscita dal momento che la proposta di Cesare Damiano, sembra, accantonata!