Pensioni: Ecco l’effetto Fornero!
L’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale ha reso pubblico il proprio bilancio preventivo per il 2014, nel quale sono contenuti i dati 2013 assestati che risentono della riforma dell’ex ministra del Lavoro Elsa Fornero, e dunque possiamo finalmente valutare confrontando i dati con quelli del 2012, il vero effetto dell’attuale legge previdenziale.
Il verdetto? Il numero dei nuovi assegni previdenziali è stato “letteralmente” ghigliottinato!
Ma vediamo i singoli numeri in dettaglio:
- Nel 2013 sono stati liquidati solo 649.621 nuovi assegni previdenziali.
- Invece le pensioni eliminate ammontano a 742.195.
Di fatto, quindi, le pensioni vigenti a fine 2013 sono quasi 100 mila in meno di quelle vigenti a fine 2012, in numeri assoluti 18.518.301 contro le 18.607.422 del 2012.
- In aggiunta il numero di questi nuovi assegni pensionistici segna un calo del 43% se si considera che sono stati ben 1.146.340 i nuovi pensionati del 2012!
E per il 2014 si prevede un ulteriore crollo dei nuovi trattamenti di anzianità in confronto al record minimo del 2013. Secondo i dati assestati, sono state nel complesso 170.604 – tra questi quasi 133 mila le pensioni di anzianità liquidate ai lavoratori dipendenti – mentre nel 2014 si stima che scenderanno a quota 80.457 – 57.891 delle quali ai lavoratori dipendenti – per un nuovo calo record del 52,8%.
Cambiando argomento ricordiamo a tutti i lettori che è oggi 5 febbraio 2014 il giorno nel quale avranno una risposta ai quasi 4.000 quota 96 del comparto scolastico, in attesa di una rettifica della legge Fornero che li permetterà l’acceso alla pensione, poiché la commissione bilancio deve discutere l’ennesimo disegno di legge che deriva dal testo unificato delle proposte di Ghizzoni del Pd e Marzana del M5S.
Ci si augura, quindi, che finalmente arrivino delle risposte, considerando che persino i sindacati hanno – finalmente – attaccato duramente il governo Letta “per non aver raccolto ancora in nessun provvedimento legislativo gli emendamenti presentati più volte in difesa della quota 96, nella convinzione che nessuna risoluzione di natura giudiziaria, facente seguito a ricorsi legali degli interessati, ha dato torto ai ricorrenti e che l’alto numero di precari nel comparto esigono dalla politica un atto di coraggio”.
Speriamo bene…