Pensioni: Cambierà qualcosa dopo Mastrapasqua?
La successione al vertice Inps di Antonio Mastrapasqua, il presidente plenipotenziario dell’INPS, dimessosi qualche giorno fa,dopo che la Procura di Roma aveva aperto un fascicolo sul presidente dell’INPS a causa di una storia di cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate accaduta all’Ospedale Israelitico, di cui Mastrapasqua è il direttore generale, potrà cambiare qualcosa nelle erogazioni delle pensioni?
Questa è la domanda che ultimamente si pongono in tanti, vista anche l’indecisione che caratterizza il governo Letta nell’affrontare in maniera tempestiva e decisa non solo la questione dell’ente previdenziale, rimasto senza testa, ma anche tutti i temi caldi che riguardano il sistema pensionistico!
Lavoratori precoci e usuranti
L’auspicio dopo questa svolta è che l’arrivo di un nuovo presidente al vertice l’Inps, possa cambiare effettivamente qualcosa. Pensare, infatti, a misure concrete a favore di lavoratori impossibilitati proprio a rimanere a lavoro fino alla soglia attuale dei 66 anni, in alcuni casi (precoci, usuranti) si rende necessaria come soluzione.
E non scordare che ci sono anche lavoratori che da mesi ormai vivono una condizione d’incertezza sul lavoro futuro e, fra chi rischia di rimanere senza lavoro e senza pensione e per chi rischia di vedersi allungata la sua età pensionabile, nonostante i requisiti pensionistici raggiunti ma che per errori della legge Fornero dovrebbe rimanere ancora a lavoro, la richiesta è quella di pensare a soluzioni che permettano un’uscita anticipata dal lavoro, anche se non per tutti.
Prestito pensionistico
Poche settimane fa, infatti, il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, ha annunciato la possibile introduzione di una finestra per accedere anticipatamente alla pensione in maniera volontaria, solo per alcune categorie di lavoratori, che abbiano maturato i requisiti nel periodo tra l’approvazione della legge Fornero, dicembre 2011, e oggi.
Esodati
Altri problemi potrebbero emergere per la questione esodati, gli uffici territoriali continuano a lavorare, a esaminare domande, a riempire le caselle occupate dai vari decreti, ma senza una direttiva precisa, i tempi rischiano di allungarsi e il rischio è di lasciare persone nella condizione di restare senza lavoro e senza pensione.
Quota 96 comparto scolastico
Per non parlare poi della questione dei Quota 96 reparto scuola che dopo il nuovo rinvio della commissione Bilancio stanno considerando –almeno le donne – se conviene o meno l’opzione contributivo?
Sebbene Manuela Ghizzoni continui a dirsi ottimista circa l’approvazione del nuovo testo Ghizzoni-Marzana, e considera positivamente il rinvio dicendo: “Condivido, la considerazione finale del Presidente Boccia: c’è un’intesa trasversale (assai rara, dati i tempi) tra i gruppi per dare soluzione a questa vicenda. Sfruttiamola per indirizzare il governo sulla giusta (e unica) via da imboccare” ma per i Quota 96 non vi è più tempo, è giunta l’ora della scelta.
Opzione contributivo
Molte donne Quota 96 dovranno necessariamente decidere entro il 7 febbraio se inoltrare l’istanza di pensionamento usufruendo dell’opzione contributivo, oppure se accettare il rischio e attendere il nuovo rinvio della Commissione, qualora il testo passasse, infatti, si potrebbe accedere alla pensione a condizioni – molto – più favorevoli.
La verità sulle pensioni dei Quota 96 la sapremo solo la settimana prossima, al momento resta impossibile prevedere con certezza quale piega prenderanno gli eventi.