Pensioni: La soluzione per gli esodati a marzo!
Prosegue in Parlamento la discussione sulla Riforma Pensioni 2014, le ultime novità sono molte specie per quanto concerne la questione esodati e la pensione di anzianità.
Il problema esodati è notevole e merita una risoluzione definitiva in quanto sono ancora molti i lavoratori a cui è stato formalmente concesso di andare in pensione prima del raggiungimento dei 66 anni, ma poi con l’entrata in vigore della riforma Fornero l’età pensionabile è stata spostata sempre più avanti e il numero degli esodati è aumentato inesorabilmente, creando liste di lavoratori che cercano di essere salvaguardati per raggiungere l’agognata pensione.
Anche gli esodati che hanno effettivamente ottenuto la liquidazione della pensione non se la passano proprio bene dal momento che sono solamente 33.147 a fronte delle 162.147 posizioni salvaguardate con ben 5 differenti provvedimenti. Solo Uno su cinque dunque percepisce effettivamente un assegno pensionistico.
L’ennesima toppa e l’agognata soluzione al problema
Enrico Giovannini
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, con il decreto interministeriale dello scorso dicembre, di concerto con il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, ha illustrato un piano pensato per intervenire sul problema dei lavoratori in mobilità che potessero rimanere privi ogni di reddito fino al primo assegno pensionistico.
Ricordiamo che il decreto in questione prevede il prolungamento al reddito per i 7888 beneficiari “limitatamente alle mensilità di competenza 2013”, il che significa che i beneficiari che aspettano la pensione a cavallo tra i mesi del 2013 e i mesi del 2014 saranno tutelati solo per i mesi del 2013. A chiarire la situazione è stato lo stesso ministro Giovannini.
Alla domanda su quante persone rimarranno totalmente scoperte dal sostegno al reddito, il ministro ha risposto: “L’eventuale numero dei soggetti che possono restare fuori dal sostegno al reddito è oggetto di una verifica che il Ministero sta conducendo con l’Inps. Il dato potrebbe, tuttavia, non essere nella piena disponibilità dell’Istituto, il quale non è necessariamente a conoscenza degli accordi di mobilità firmati dalle imprese”.
E ha precisato che “Il prolungamento del reddito è stato concesso, in considerazione delle risorse finanziarie al momento disponibili, per un numero di mensilità non oltre il 31 dicembre 2013 ma è stato tuttavia già firmato ed è alla firma del ministro dell’Economia lo schema di decreto che per la medesima platea prevede il pagamento delle residue mensilità del 2014″.
Laura Boldrini
Invece ecco la notizia che tutti aspettavamo: “Sarà in Aula entro il prossimo mese di marzo la proposta di legge sugli esodati“. Ad annunciare questa decisione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio è stata la presidente della Camera Laura Boldrini.
Una decisione, che “risponde – dice Boldrini nel suo video messaggio settimanale sul canale YouTube della Camera dei Deputati – alle richieste arrivate da migliaia di persone vittime di una pesante ingiustizia sociale“.
Ricordiamo che la presidente della Camera nei giorni scorsi aveva incontrato una delegazione di esodati che hanno protestato a Roma in piazza Montecitorio rassicurandoli di un suo impegno per imprimere un’accelerazione alla proposta di legge finalizzata a definire la loro situazione dopo il “caos Fornero“.
Cesare Damiano
“La sensibilità dimostrata dalla presidente della Camera Laura Boldrini rappresenta una spinta per una soluzione definitiva del problema […] noi siamo pronti e in attesa dei pareri delle altre Commissioni. Il disegno di legge è frutto di un lungo lavoro di confronto tra tutti i partiti e indica la strada unitaria per risolvere il problema. Così come la Commissione Lavoro ha prodotto uno sforzo unitario, ci auguriamo che si creino analoghe condizioni in Parlamento. E per sottolineare l’urgenza della situazione vogliamo ricordare che dei 130.130 lavoratori oggetto delle prime tre salvaguardie, appena 33.147 hanno ottenuto la liquidazione della pensione”.
Alberto Brambilla
A commentare la situazione anche Alberto Brambilla, ex sottosegretario al Welfare dal 2001 al 2005; Per lui la riforma Fornero, che “non è una riforma ma una revisione”, ha commesso due gravi errori:
- Il primo è di aver generato molti più esodati, basti pensare all’errore sui quota 96 della scuola. “Svista” enorme che ha bloccato moltissimi lavoratori prossimi alla pensione, in quanto non ha considerato correttamente le peculiarità del calendario scolastico nelle nuove norme vigenti per accedere alla pensione.
- Il secondo è di aver indicizzato l’anzianità contributiva alla speranza di vita, “un errore che nessun altro Paese ha fatto”.
L’esperto di previdenza sostiene che, molto probabilmente, la Corte Costituzionale si pronuncerà anche sulla cancellazione delle pensioni di anzianità: “Non è pensabile che un lavoratore possa andare in pensione a 66 anni e 6 mesi con 20 anni di contributi, e uno che ha lavorato 41 anni perché non ha raggiunto i 67 anni non possa andarci o se ci va, ci va con le penalizzazioni”.