Pensioni Quota 96 scuola: Cosa attendere?
Il caso Quota 96 dei pensionandi della scuola potrebbe presto trovare soluzione!
Infatti, giovedì 13 febbraio avverrà l’incontro decisivo, con la V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione, dopo che l’XI Commissione Lavoro del Senato è stata chiamata a discutere in merito al nuovo testo unificato delle onorevoli Ghizzoni e Marzana.
Dopo un primo rinvio, voluto settimana scorsa dalla stessa Commissione Bilancio, sarà finalmente oggetto dell’incontro la discussione sul DL di modifica all’articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola.
In pensione già dal primo settembre.
Ricordiamo che il testo unificato Ghizzoni-Marzana prevede per i 4000 Quota 96 conteggiati dal Miur in sede di censimento di andare in pensione fruendo dei requisiti pre-riforma Fornero a patto però che tali requisiti siano stati conseguiti entro l’anno scolastico 2011-2012. E stavolta le prospettive dell’incontro sono molto più positive rispetto al passato, quando la stessa Commissione Bilancio stoppò sul nascere ogni velleità sottolineando l’impossibilità di erogare fondi per correggere la stortura generata dalla riforma Fornero.
Da allora la Ghizzoni ha più volte ribadito che il nuovo testo tiene conto delle precedenti osservazioni, con ciò dunque sottintendendo che non esisterebbero più motivi ostativi ad un via libera.
E per chi ha fruito dell’opzione contributivo?
Per le lavoratrici donne Quota 96 che hanno fruito dell’opzione contributivo la situazione è più delicata; nei giorni scorsi la stessa Ghizzoni ha sottolineato che chi ha avanzato istanza di pensionamento fruendo del contributivo –che consente, sì, un’uscita anticipata dal lavoro, ma l’ammontare degli assegni mensili è ridotto di quasi il 20% rispetto al retributivo – potrà in linea teorica avanzare una seconda richiesta, cumulativa alla prima o in grado di annullare la stessa, che consenta di fruire delle nuove previsioni per la categoria. Il membro del Pd ha tuttavia ammesso di aver ascoltato pareri discordanti in merito, ecco che sarà necessario un esame più approfondito.
Fuga dei prof.
Forse quello che dovrebbe davvero preoccupare il governo è l’effettivo arrivo di moltissimi pensionamenti nel settore scolastico. Nonostante un primo blocco dall’entrata in vigore della riforma Fornero, a partire dal primo settembre 2014 si profila un consistente incremento di uscite dal lavoro.
L’anno scorso gli insegnanti che abbandonarono la cattedra furono appena 10.860. Quest’anno, stando alle anticipazioni provenienti dagli uffici di viale Trastevere, saranno parecchi di più, se sul finire della scorsa settimana le domande online inoltrate avevano già superato le 12 mila e 500 unità. Con un incremento del 15% che potrà soltanto aumentarsi giacché il precedente termine del 7 febbraio per inoltrare le domande è stato prorogato al 14 febbraio prossimo.
Secondo il segretario della Cisl scuola, Francesco Scrima, si tratta di un “chiaro messaggio di stanchezza da parte della categoria. Chi va in pensione non lo fa a cuor leggero ma, secondo quanto ci risulta ascoltando ogni giorno i docenti, per frustrazione: insegnare oggi richiede fatica e impegno che non vengono riconosciuti. Ecco perché in tanti hanno deciso di andare via dalla scuola. E per questa ragione chiediamo al governo, al parlamento e alla politica di attivare tutte le azioni per il riconoscimento del lavoro degli insegnanti e di aprire il confronto per il rinnovo del contratto di lavoro”.