Pensioni: Forza Italia sfida Renzi a cancellare la Fornero!

Il partito di Silvio Berlusconi, Forza Italia, e il Partito democratico di Matteo Renzi, dopo l’accordo sulla legge elettorale Italicum e sulle riforme costituzionali, potrebbero raggiungere un accordo anche sulle riforme della giustizia, del lavoro e delle pensioni; La notizia arriva per bocca di Renato Brunetta presidente del gruppo parlamentare alla Camera dei Deputati di Forza Italia.

Ma “sentiamo” le parole di Brunetta che alla domanda “Forza Italia è pronta a sostenere anche una riforma cardine per il nuovo governo come quella della giustizia?” risponde così:

Siamo prontissimi a sostenere anche una riforma cardine per il nuovo Governo Renzi, quella della giustizia. Va fatta e se il premier Renzi sarà in grado di farla noi la votiamo […] noi siamo nitidamente opposizione, ma abbiamo chiesto a Renzi e al Pd – aggiunge il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio – di fare insieme la legge elettorale e le riforme costituzionali. Per il resto, il Governo Renzi vada avanti se ha i numeri. A me sembra che la maggioranza non sia poi così maggioranza, se il Governo Letta era debole, ci sembra che il Governo Renzi nasca con una maggioranza uguale e forse addirittura più debole. La nostra sarà un’opposizione seria, ma certo se Renzi propone di varare la mia riforma della pubblica amministrazione – conclude Renato Brunetta – io sono pronto a votarla, così come se cancella la riforma Fornero del lavoro e delle pensioni”!

Intanto si susseguono in questi ultimi giorni i nomi dei nuovi possibili ministri del Lavoro che potrebbero prendere il posto dell’attuale Enrico Giovannini: da Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro, a Tito Boeri, a Guglielmo Epifani, ex segretario della Cgil, a Pietro Ichino, favorevole anch’egli ad un meccanismo di maggiore flessibilità ma per cui, al tempo stesso, la legge Fornero non andrebbe del tutto stravolta; a Guido Tabellini, professore ed ex rettore dell’Università Bocconi di Milano.

Quest’ultimo ha parlato proprio ieri ai giornalisti dicendo: “Sì alla tassazione aggiuntiva degli assegni corrisposti con il sistema retributivo per equipararle a quelli pagati con il sistema contributivo e alla riduzione della spesa sociale per le pensioni per diminuire il cuneo fiscale. Se il governo annunciasse e poi davvero riuscisse a realizzare questi obiettivi, sarebbe una svolta determinante rispetto al passato”.

Ultimo dei papabili, Pier Carlo Padoan, presidente dell’Istat, secondo cui “l’allungamento dell’età pensionabile va in direzione della sostenibilità dei conti pubblici, e nel medio periodo può aiutare la crescita, creando nuovi posti di lavoro e producendo un effetto positivo sui consumi”.

E giusto in tempo giunge anche la valutazione di Standard and Poor’s a proposito delle pensioni in Italia e secondo la casa di rating “la sostenibilità del costo delle pensioni oggi c’è“!

Come ci dice la responsabile italiana, Maria Pierdichi, dell’agenzia di valutazione finanziaria il Paese ha oggi un costo dell’invecchiamento (sanità e pensioni soprattutto) pari al 24% del PIL che è sopra la media europea; Il profilo però “non peggiora tanto” in un orizzonte di quaranta anni così come avviene invece in altri paesi europei come la Francia: “Dal 2010 al 2050 in Italia il costo sale dal 24 al 26% del PIL che non è un grande peggioramento”…

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Forse è davvero arrivata l’ora dei cambiamenti.

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