Pensioni: Parla Giuliano Poletti, ministro del Lavoro!

Non c’è solo il dualismo Stato e mercato. C’è anche la società con le sue energie vitali” con queste parole il neo ministro del lavoro e delle Politiche Sociali, Giuliano Poletti, è pronto a inaugurare una rivoluzione quasi “gentile”!

Come lui stesso ammette fin da subito deve “ancora capire bene dove si trova”, uomo schietto e sincero – forse fin troppo – si è reso conto fin da subito che l’impegno che si è preso è enorme, soprattutto se si guarda le cifre della disfatta del mercato del lavoro italiano.

La sua priorità: ovviamente il lavoro. Con un pacchetto che verrà presentato già in questo mese; e sui binari paralleli al piano per il rilancio del mercato dell’occupazione viaggia anche la riforma delle pensioni, che è in fase di realizzazione.

Poletti invia un messaggio importante sull’atteggiamento che assumerà: “Non sono uno che demolisce: non mi metto a smontare quanto è stato fatto finora. Quello che va bene si prende, quello che è da migliorare si migliora”.

Occupazione giovanile

Conto di portare avanti – ci spiega Poletti – il programma Garanzia giovani, avviato dal mio predecessore (Enrico Giovannini). Credo che sia una proposta buona. Perché c’è un perno del ragionamento da cui bisogna partire: nessuno deve essere lasciato in inattività. Quella è la condizione peggiore di tutte, ci si sente inutile per sé e per gli altri. Quindi bisogna metterci tutti nella condizione di produrre almeno un’offerta per chi non ha ancora trovato una collocazione. Che siano giovani o meno giovani, del sud o del nord, italiani o stranieri, oppure carcerati: bisogna che abbiano una cosa da fare. Non possiamo permetterci di avere una grande ricchezza inattiva. Per questo io credo che sia importante anche l’economia solidale, il mondo del terzo settore, che dà il protagonismo ai cittadini. Per me non ci sono solo due giocatori, cioè lo Stato e il mercato. Ce n’è anche un terzo: c’è la società che cambia”.

Parti sociali

Non è fissato nessun incontro con le parti sociali – continua Poletti – perché ho bisogno di fare una ricognizione dello stato dell’arte, ho da scegliere delle figure importanti all’interno del ministero. Voglio valutare chi già c’è, perché rispetto il lavoro fatto finora. Il lavoro delle persone va rispettato. Anche se si cambia, va fatto nel modo giusto. Questo è il mio stile. Una volta si diceva stile contadino. Comunque il mio metodo non può prescindere dall’incontro delle parti sociali e anche dell’associazionismo impegnato nel terzo settore: non dimentichiamo che il ministero ha anche la delega al welfare. E per me il terzo settore è una leva essenziale allo sviluppo del Paese”.

Pensioni

Il ministro, purtroppo, non ha toccato il tema delle pensioni mentre ha parlato degli esodati solo di sfuggita:

Chi pensa che ci sia un mago con la bacchetta magica che fa tutto si sbaglia di grosso. Io ho rispetto per le persone veloci, che sanno decidere in tempi rapidi, ma serve giudizio e approfondimento”.

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Quello che appare evidente dalle sue parole e che non farà mosse affrettate il che potrebbe essere sia un bene sia un male. Un bene perché portare avanti riforme simili alla Fornero darebbe il colpo finale all’intero sistema previdenziale e male perché se non si agisce entro poco almeno nelle questioni come gli esodati non rimarrà molto da salvare.

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