Pensioni: Lacrime e Sangue!
I sogni di gloria di quanti avevano sperato che il nuovo governo Renzi potesse dare a pensionandi e pensionati le risposte sperate circa la risoluzione di problemi quali esodati e una sorta di flessibilità in uscita dal lavoro, non sono solo svaniti ma tramutati in incubi di lacrime e sangue!
Infatti, la prima decisione ufficiale del nuovo governo e del neo premier Renzi è, di fatto, l’innalzamento dell’età contributiva delle donne per la pensione di anzianità da 41 a 42 anni (come gli uomini).
Ricordiamo che quando la Fornero ha introdotto le nuove norme per il pensionamento ha creato un forte squilibrio tra l’età pensionabile degli uomini e l’età pensionabile delle donne (differenza di un anno nei contributi richiesti). L’UE allora era intervenuta decidendo di aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia, per modificare la legge che fissa tale differenza tra uomini e donne per quanto riguarda gli anni di contribuzione necessari nel richiedere il pensionamento anticipato.
Matteo Renzi all’epoca – prima della sua nomina – aveva “assicurato”: “Rimetteremo mano alla situazione” riferendosi anche alle attuali disuguaglianze tra l’età pensionabile tra uomini e donne e molti avevano sperato in un abbassamento per entrambi ma così non è stato!
Le “cattive” notizie però non si fermano qui…
Pare che nella “cura” che il commissario per i tagli alla spesa, Carlo Cottarelli, ha preparato per Matteo Renzi, e che il premier ha intenzione di utilizzare per finanziare la sua famosa riduzione delle tasse, ci sono interventi sulle pensioni per ben 3 miliardi di euro – degli oltre 30 necessari per il piano Renzi – e tale “voce” poteva essere molto più alta – e così era nelle intenzioni del commissario – ma a bloccare tutto ci ha pensato direttamente Renzi bloccando (ma forse solo per ora) il prelievo una tantum sulle pensioni oltre i tremila euro lordi al mese, per non incorrere – almeno da subito – nelle ire dei pensionati e dei sindacati.
I prossimi tagli dunque avranno nel mirino:
- Le pensioni di reversibilità, con l’introduzione di fasce di reddito.
- Gli assegni di accompagnamento per gli invalidi totali; La proposta è di introdurre un tetto massimo al reddito per poterne usufruire. Questo tetto è individuato da Cottarelli in 30 mila euro individuali e 45 mila euro in caso di reddito familiare.
- La revisione delle pensioni di guerra per le quali si spendono tuttora 1,5 miliardi di euro.
- Infine, si vocifera ma la notizia non è confermata che Cottarelli vorrebbe anche una maggiore stretta a partire dal 2015 sulla deindicizzazione delle pensioni, quelle appena “reindicizzate” – e solo parzialmente – dal governo Letta!
Vi lasciamo con le parole di Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera: “Ci auguriamo di conoscere in fretta i contenuti della spending review di Carlo Cottarelli. Le voci s’inseguono ed alcune sono preoccupanti. È da tempo che il Commissario dichiara di voler fare un nuovo intervento sulle pensioni dimenticando che il salasso, già praticato dal Governo Monti per diminuire il debito, produrrà tra il 2020 ed il 2060 un risparmio di oltre 300 miliardi di euro a seguito del brusco innalzamento dell’età pensionabile. Torna anche il tema del contributo straordinario sulle ‘pensioni d’oro e temiamo che, a questo proposito, Cottarelli faccia in po’ di confusione: considerare d’oro pensioni da 2.000 o 3.000 euro lordi mensili, è semplicemente inaccettabile. Così come tornare sul tema del blocco delle indicizzazioni, dopo quanto è già avvenuto negli anni scorsi e dopo che lo sconto fiscale previsto dal Governo esclude i pensionati, sarebbe una beffa”.