Pensioni: Prepensionamento, che cosa farà Renzi?

Sempre più caldo il fronte del sistema previdenziale italiano. Nonostante il premier non si è ancora espresso sull’argomento, di certo non potrà nascondersi ancora per molto. Il prepensionamento degli statali a proposito degli 85 mila esuberi della P.A. ipotizzato dal ministro Madia ha aperto un “aspro” dibattito che sarà difficile cessare senza un preciso intervento da parte di Renzi.

Una delle più accanite oppositrici del piano Madia è la ministra della Pubblica istruzione, Stefania Giannini, che intervenendo ieri per la seconda volta sulla questione ha detto: “Mi sono permessa di osservare che un Paese nel quale si spendono in pensioni 270 miliardi di euro non dovrebbe vedere nel prepensionamento la chiave di ingresso dei giovani nella Pubblica Amministrazione”.

“Se ricorriamo ciclicamente allo strumento dei baby pensionamenti non se ne esce più” ha continuato la Giannini polemizzando ulteriormente con la collega che aveva parlato di “staffetta generazionale”.

Ma la ministra non si è fermata qui: “Introduciamo dei criteri di valutazione. Chi è bravo – sottolinea – viene premiato, chi non raggiunge i risultati rende conto del perché non li ha raggiunti. Dico no ai tagli lineari alle persone fisiche”.

E termina sfidando direttamente Renzi “lancio una sfida semantica – precisa – Renzi ha usato il termine rottamazione, io gli propongo di sostituirlo con valorizzazione”.

Non dimentichiamo poi la reazione a caldo di molti membri del Tesoro che hanno subito dichiarato che un programma di prepensionamento così ambizioso sarà di certo molto, forse troppo, oneroso.

[Qui dobbiamo fare una parentesi perché pare, stando ai primi dati diffusi, che il prepensionamento per gli statali consentirebbe la formazione di un importante risparmio a vantaggio dello Stato stesso, dato che in media l’assegno previdenziale è più basso rispetto alla busta paga.]

La questione più importante, però, è che se il governo da il via libera al prepensionamento degli statali, sarà poi costretto, per una questione di equità sociale, a estendere tale possibilità anche ad altre categorie, lavoratori precoci e usuranti in primis, operazione che a quel punto diverrebbe effettivamente troppo onerosa.

L’altra importante voce, invece, che non si è ancora espressa su tale argomento è quella di Giuliano Poletti che tranne un generale monito di “andare cauti”, si limita ogni volta a sottolineare che la riforma Fornero non si tocca!

E parlando dell’ex-ministra del welfare non possiamo che lasciarvi con il suo di commento riguardo alla proposta di Madia: “Alla Madia suggerisco di essere abbastanza attenta, i dipendenti privati farebbero bene ad arrabbiarsi perché non possono essere sempre solo loro a pagare”…

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Renzi dovrà intervenire, e presto, se no rischia che la questione li sfugga di mano.

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