Pensioni: Damiano si chiede “ma quale staffetta generazionale”?
Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro alla Camera, ha rilasciato ieri questa dichiarazione: “Non ha alcuna logica aumentare il netto mensile di ottanta euro per i lavoratori dipendenti dal prossimo maggio e, allo stesso tempo, bloccare i contratti dei pubblici dipendenti fino al 2020. Stiamo parlando di lavoratori, bisogna ricordarlo, che hanno subito per anni lo stop agli aumenti retributivi. Senz’altro non si difende il potere d’acquisto dall’inflazione attraverso la sola indennità di vacanza contrattuale. E’ necessario poi aggiungere che il blocco del turnover per i dipendenti pubblici, fino al 2017 così com’è stato detto, come si concilia con la proposta del ministro Marianna Madia sul prepensionamento degli stessi lavoratori che dovrebbero essere poi sostituiti dall’ingresso dei giovani? Senza turnover non è pensabile alcuna staffetta generazionale”.
Dello stesso parere anche Susanna Camusso, la leader della Cgil, che parlando durante il congresso nazionale della Fp-Cgil ha spiegato: “Non è possibile fare un blocco dei contratti per una sola categoria dal momento che c’è estremo bisogno che l’anno che stiamo vivendo sia quello dell’apertura dei tavoli contrattuali. E’ necessario e inevitabile, lo dobbiamo ai lavoratori come forma di rispetto per le condizioni di lavoro in cui operano, per il carico di lavoro che negli ultimi tempi è aumentato a dismisura, e poi perché come tutti sanno nel pubblico gli organici si sono via via ridotti”.
Dunque la proposta della ministra della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Marianna Madia incontra sempre più critiche, oltre la reale mancanza di fondi per un progetto così ambizioso. Lei non si da per vinta, vedremo nei prossimi giorni come risponderà.
Intanto giunge la prima buona notizia – se confermata – dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, il quale ha intenzione di affrontare la situazione degli over 50 rimasti privi di occupazione lavorativa e che non hanno raggiunto i requisiti anagrafici per l’accesso alla pensione.
“Ci sono troppe persone che hanno più di 50 anni – spiega il ministro – e sono state espulse dal mondo del lavoro e non riescono più a rientrare. Sta diventando un’emergenza sociale, ecco perché vorrei al più presto introdurre un contratto per il loro reinserimento” e aggiunge “se avessi i soldi lo farei subito ma prima dobbiamo trovare le risorse finanziarie per eventuali agevolazioni. Ma è una cosa che questo governo vuol fare e anche presto”.
Speriamo che stavolta ci sia qualcosa di vero nelle parole del ministro Poletti…