Pensioni: Nuova delusione per i quota 96 della scuola!

Abbiamo più volte affrontato la questione dei quota 96 del comparto scolastico e abbiamo parlato più volte della loro odissea come punto di riferimento per tutti i pensionati.

Le ultime novità che giungono dal governo non sono di certo incoraggianti. I sindacati hanno chiesto e avuto un incontro con la ministra della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, per discutere riguardo al caso dei quota 96 della scuola e la soluzione che si profila.

Ricordiamo che dopo il DEF e la soluzione di Barbara Saltamartini il governo ha ora l’obbligo di arrivare a una risoluzione senza poter nascondersi dietro la solita scusa della mancanza di coperture economiche. Nonostante tutte queste promesse la ministra Giannini ha evitato, per l’ennesima volta, di interessarsi al torto inflitto dalla riforma Fornero verso queste 4 mila persone e ha rinviato il dialogo a quando ci saranno le certezze economiche…

Siamo alle solite, dunque; Unica differenza l’interessamento da parte dei parlamentari di SEL, Giulio Marcon e Annalisa Pannarale, che hanno presentato un’interrogazione al fine di conoscere le intenzioni e le strategie del Governo per dare una soluzione all’errore commesso dalla allora ministra Fornero. Nell’interrogazione viene posta una data perentoria, il 15 giugno, per emanare disposizioni e procedure per mandare in pensione il personale scolastico targato quota 96.

Cesare Damiano e Pier Carlo Padoan

Cambiando discorso vi riproponiamo l’ultimo intervento di Cesare Damiano che commenta le recenti dichiarazioni di Renzi e Padoan: “Con il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan concordiamo sul fatto che l’incremento di 80 euro al mese in busta paga debba diventare una misura strutturale. Solo in questo si dà fiducia alle famiglie e si favorisce la ripresa. Matteo Renzi ha promesso di estenderlo anche alle partite Iva ed ai pensionati e noi condividiamo. Per le pensioni – ha poi proseguito Cesare Damiano – si deve tener conto che già nel 2007 il Governo Prodi istituì la quattordicesima per i pensionati che percepiscono un assegno netto mensile fino a 700 euro. Si tratta di un incremento annuo esentasse di circa 504 euro per chi ha oltre 25 anni di contributi, oltre 3 milioni di beneficiari con una spesa annua, dal 2007, di 1 miliardo e 156 milioni di euro. Da qui si può ripartire innalzando il tetto ed estendendo la platea dei beneficiari”.

 

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Finché siamo in campagna pre-elettorale non possiamo sperare a novità sull’argomento pensioni; una volta che il discorso europee sarà chiuso solo allora l’esecutivo Renzi cercherà di “correre ai ripari” o “proseguire per la propria strada” a seconda del risultato delle urne.

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