Pensioni: “Esonero di servizio” per gli statali e “progetto APA” per quelli privati!

Tante le novità, anche se si tratta ancora d’idee, riguardo al sistema pensionistico italiano.

Giuliano Poletti, il ministro del Lavoro, torna a parlare di flessibilità in uscita, vediamo insieme cosa c’è “nel cantiere del ministero del Lavoro” e non solo.

Prestito Pensionistico

Dare la possibilità di accedere alla pensione anticipata grazie a una sorta di prestito era un’idea, inizialmente lanciata da Enrico Giovannini ma poi accantonata dopo la fine del governo Letta, che ha ripreso il ministro del Lavoro Giuliano Poletti per rimediare agli effetti negativi della riforma Fornero. La soluzione appare semplice, ma gli ostacoli non mancano: l’ipotesi è quella di mandare in pensione i lavoratori un anno prima del conseguimento dei requisiti necessari, con l’Inps che inizia a pagare la pensione e il datore di lavoro che invece s’impegna a coprire i dodici mesi di contribuzione mancanti. Il prestito verrebbe poi restituito dal pensionato attraverso trattenute di qualche decina di euro al mese sull’assegno previdenziale, senza interessi né costi per lo Stato.

Esempio:

Un 65enne con un salario lordo di 30 mila euro annui potrebbe andare subito in pensione. L’azienda verserebbe 5 mila euro di contribuzione, accollandosi così anche la parte (di regola un terzo) che spetta al lavoratore, e poi, per circa 15 anni, l’assegno mensile (con un importo medio di 1.200 euro) sarebbe decurtato di 25-30 euro al mese fino alla completa restituzione del prestito iniziale.

Assegno di Pensione Anticipata

La proposta qui sopra va bene se manca solo un anno dalla pensione e se uno ha un lavoro; Cosa si può fare per esodati, precoci e usuranti? In questo caso, sarebbero coinvolte anche le casse statali: Se uno va in pensione in maniera anticipata di 3/4 anni rispetto ai requisiti anagrafici e contributivi della riforma Fornero potrà ottenere un assegno (APA) di 760 euro mensili, salvo poi doverli restituire nel momento in cui si raggiungono i requisiti per la pensione di vecchiaia con trattenute sulla pensione di 50/70 euro mensili.

Requisiti:

  • 63 anni e 3 mesi e anzianità di 36 anni oppure 62 anni e 3 mesi e anzianità di 37 anni
  • stato di disoccupazione effettivo
  • nessuna titolarità di trattamenti pensionistici, di altre indennità di solidarietà o pensioni d’invalidità
  • l’importo della pensione già maturata dovrebbe essere superiore a due volte il minimo (dunque circa 1000 euro)

Coperture Economiche

Sulla fattibilità di questo piano pesa però l’incognita Inps. Ricordiamo che l’istituto previdenziale ha i conti in ordine (per ora) ma è già gravato dalla necessità di trovare 1 miliardo di euro in più per la cassa integrazione in deroga. Allora da dove potrebbero arrivare questi soldi? Due gli strumenti proposti dallo stato:

  • minor ricorso a strumenti previdenziali di sostegno per il reddito da parte dello Stato
  • partecipazione delle aziende con un versamento di un contributo di 18 mensilità che sarà bilanciato permettendole di tagliare sugli ammortizzatori sociali

Esonero di servizio

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Infine, anche se dopo le continue bocciature da parte della Ragioneria dello stato sarà molto difficile attuarlo, Marianna Madia, la ministra della Pubblica Amministrazione ha cercato durante l’audizione al Parlamento di resuscitare il vecchio “esonero di servizio” (sospensione dal lavoro nei 5 anni precedenti il momento di andare in pensione con 40 anni di anzianità contributiva); Questo strumento “non vuole mettere in discussione gli equilibri della riforma Fornero – sostiene Madia – e garantirebbe, grazie allo sblocco delle assunzioni, un rinnovamento ma anche un risparmio complessivo dato dalla differenza tra gli stipendi attualmente pagati e quelli dei neoassunti, al netto della spesa per le pensioni erogate in anticipo.

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