Pensioni: “Gli esodati sono una priorità”, dice il ministro Poletti.

Il tavolo di dialogo tecnico-politico che era previsto per ieri, 7 maggio, tra i Ministeri di Economia e del Lavoro, Inps e commissioni parlamentari dovrà attendere ancora un po’ poiché il ministro del Lavoro Poletti ha deciso di partecipare – a differenza del premier Renzi – ai lavori del Congresso Nazionale della Cgil; vediamo insieme cosa ha detto Poletti.

“Abbiamo davanti un periodo di ascolto, tutti quelli che vogliono depositare delle valutazioni lo faranno e alla fine di questo periodo si farà una sintesi di quello che è emerso e prenderemo le decisioni. Quindi è sbagliato cominciare a discutere oggi se la riforma delle pensioni potrà essere cambiata. Abbiamo fatto delle proposte”, con queste parole esordisce il ministro del Welfare riguardo alle pensioni. Dalle sue parole si evinse che la volontà di ascoltare i pensionati e futuri tali c’è ma il problema come sempre è che la riforma Fornero non si tocca; almeno questo si legge tra le righe.

Poletti continua il suo intervento parlando del tema piu caldo all’ordine del giorno e cioè di esodati. “Prima dobbiamo risolvere il problema degli esodati, solo poi ci saranno ulteriori valutazioni”. Riguardo al numero esatto di questi esodati il ministro del Lavoro ha ammesso che il problema si pone altrove: “Capire bene e puntualmente lo stato delle cose su questo punto per poi effettuare alcune importanti valutazioni. Il problema non è il numero in astratto poiché esistono tante e diverse fattispecie sul piano previdenziale che alla fine producono un’oggettiva difficoltà a identificare l’area e il perimetro dei soggetti a cui si può applicare una norma”.

Poletti ha anche spiegato che sono allo studio del governo diverse ipotesi di “modifica” per la legge Fornero, che deve essere “rettificata” in qualche sua parte considerando gli errori che riporta e che hanno dato vita a gravi problemi (molto probabilmente si riferisce ai quota 96 della scuola), ma la priorità è un’altra.

Per quanto concerne il finanziamento della casa integrazione in deroga, dove manca un miliardo, il ministro ha lasciato intendere che le risorse ci sono nella Legge di Stabilità, ma senza chiarire ulteriormente la situazione.

Infine, Poletti ha voluto allentare la corda tesa tra Governo e sindacati – tra Camusso e Renzi – dicendo che: “Ho deciso di partecipare al congresso perché è del tutto evidente che la Cgil è una grande organizzazione con cui il ministro deve confrontarsi, ma poi il Governo si prende la responsabilità delle decisioni che deve assumere. Noi non facciamo niente contro nessuno, facciamo le cose che pensiamo siano utili agli italiani. Non c’è nessuna guerra fredda con il sindacato, ma oggi c’è bisogno di un radicale cambiamento in questo Paese e per il governo la musica è già cambiata”.

 

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Musica che cambia, musica che è gia cambiata, musica che secondo noi dovrebbe essere il popolo a scegliere e forse lo farà con il voto alle europee. Poi si vedrà chi la sa seguire.

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