Pensioni: Dopo il sì alla Madia, sono Damiano e M5S ad attaccare Renzi.
Marianna Madia, ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, ha aperto le porte al ritiro anticipato degli statali, sfruttando le norme in vigore prima dell’introduzione della legge Fornero. La finestra temporale è aperta fino al 31 dicembre 2016. Come spiegato nel corso dell’audizione alla Camera dei deputati davanti alle commissioni Affari Costituzionali e Lavoro, il congedo sarà al massimo di un anno rispetto al traguardo fissato. C’è incertezza sui numeri ovvero sulla platea dei beneficiari. Il ministro cita “stime prudenziali” e riferisce che fino al 2018 “possiamo liberare 10.000 posti”. Altri report raccontano di circa 20.000 esuberi. Si tratta di un termine che la stessa Marianna Madia invita a non utilizzare preferendo un più morbido “uscite non traumatiche“.
Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro della Camera dei Deputati, non è rimasto certo con le mani in mano e ha subito colto l’attimo per ricordare ancora una volta a Matteo Renzi che “tra le priorità dell’azione politica del governo deve essere incluso il tema delle pensioni risolvendo tempestivamente il problema degli esodati, delle ricongiunzioni e di Quota 96 degli insegnanti. La legge Fornero sulla previdenza va cambiata; noi ribadiamo che l’uscita anticipata debba essere estesa non solo ai lavoratori pubblici ma anche a quelli privati. Se si vuole trovare una soluzione strutturale, come afferma il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, bisogna tornare alle quote introdotte nel 2007 o alla flessibilità nell’uscita dal lavoro. La credibilità del Governo Renzi – ha terminato Cesare Damiano – si gioca sui temi sociali”.
A fargli da ecco ma sulla questione del bonus Irpef di 80 euro al mese, bonus dal quale sono stati esclusi tutti i pensionati, i parlamentari del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo che hanno sollevato ieri una pregiudiziale di costituzionalità sul decreto Irpef.
Secondo M5S “la pregiudiziale di costituzionalità viene sollevata in quanto le pensioni, anch’esse equiparate a reddito da lavoratore dipendente dal Tuir (Testo unico delle imposte sui redditi) che è corroborato dalle sentenze della Consulta, sono state irresponsabilmente dimenticate”.
Purtroppo sembra che anche l’esecutivo Renzi opta per il metodo di due pesi e due misure per quanto riguarda i provvedimenti sulle pensioni. Cerca di limitare l’effetto delle misure adottate in piccole cerchie o per comodità politica o per incapacità di gestire numeri più larghi. Di sicuro questo metodo in passato si è provato sbagliato mentre ricordiamo che il ministro Poletti ha parlato più volte di universalità dei trattamenti. Dopo il sì alla Madia vedremo cosa intende fare Renzi riguardo a tutti gli altri.