Poletti ripensa al progetto APA.
Le speranze sono tutte nuovamente concentrate in questi giorni, ultima settimana, prima che lunedì prossimo, 30 giugno, inizi in Aula alla Camera l’esame del testo unico sugli esodati, presentato da Cesare Damiano, in cui si dovrebbe discutere, probabilmente, anche di questione pensionandi di quota 96. Al centro della discussione pensioni è di nuovo l’APA, il prestito pensionistico che il ministro Poletti ha proposto già tempo fa.
Ricordiamo che tale provvedimento darebbe al lavoratore la facoltà di lasciare prima il lavoro con un anticipo sulla pensione finale, di 760 euro circa, da restituire raggiunta la pensione effettiva, con decurtazioni comprese tra i 50 e i 70 euro al mese. L’APA si potrà richiedere se si sono raggiunti i 63 anni e tre mesi di età e anzianità contributiva di 36 anni oppure 62 anni e tre mesi di età e anzianità di 37 anni.
E’ vero che in prima battuta questa proposta è stata bloccata, ma non se ne capisce il motivo visto che a frenare gli interventi di modifica sulle pensioni sono essenzialmente le risorse finanziarie mancanti che in questo caso non entrerebbero assolutamente in gioco. E il motivo è presto spiegato: l’Assegno di Pensione Anticipata, come dice la sua stessa formula, rappresenta un anticipo sulla pensione finale ordinaria che comunque il lavoratore riceverebbe, né più, né meno. Ciò significa che allo Stato o all’Inps erogarlo non costerebbe nulla se non la stessa cifra che un domani dovrebbe comunque erogare al lavoratore in pensione.
Nonostante le ipotesi e gli annunci, lavoratori e pensionanti non si fanno troppe illusione. E’ ormai chiaro che agire con cambiamenti sulla legge Fornero non è una cosa facile e per questo motivo sono diversi coloro che ritengono che, a causa delle difficoltà e del tempo che serve per reperire le coperture finanziarie, tutto possa essere ulteriormente rimandato o al prossimo decreto Welfare di luglio o addirittura alla prossima Legge di Stabilità di ottobre!