Fornero: Sì alla flessibilità!
Sì ad una maggiore flessibilità ma puntando ad un buon mercato del lavoro perché una buona pensione, soprattutto quelle future dei giovani “non la fanno le alchimie politiche ma la crescita e le riforme”. È l’ex ministro del Lavoro, Elsa Fornero, autrice di una delle leggi più dure sulla previdenza ad aprire alla possibilità di ritocchi alla riforma del 2011.
La nuova posizione espressa dalla Fornero fa il paio con le dichiarazioni del commissario Inps Vittorio Conti che settimana scorsa durante la presentazione del rapporto annuale dell’Inps alla Camera dei Deputati, ha aperto a nuove ipotesi di pensione anticipata. “Più flessibilità nel pensionamento. Una buona pensione, soprattutto quelle future dei giovani – ha detto Elsa Fornero – non la fanno le alchimie politiche ma la crescita e le riforme. Se oggi ci fosse spazio in termini di risorse – ha aggiunto l’ex ministro del Lavoro e delle Politiche sociali – direi che il voler rendere più flessibile l’uscita dal lavoro è un buon obiettivo e ne sarei contenta”. L’ex ministro si difende e ribadisce se non ci fosse stata quell’emergenza finanziaria la riforma pensioni sarebbe potuta essere molto più graduale”.
C’è, quindi, un nodo risorse che non può essere ignorato davanti a un’operazione simile. Mettere le mani sull’impalcatura uscita dalla riforma Fornero avrebbe d’altra parte tante implicazioni. Due sono le categorie che meritano secondo Poletti la precedenza: esodati e quanti hanno perso il lavoro e ora sono senza ammortizzatori o pensione. Inoltre per il ministro ogni discorso sulla flessibilità va inserito nelle dinamiche che riguardano le “scelte del governo sull’utilizzazione delle risorse”. Di certo il menù delle ipotesi circolate sul fronte flessibilità è vario, tra cui il ritorno al sistema delle quote con la possibilità di andare in pensione a 62 anni, con 35 anni di contributi e con una penalizzazione intorno all’8% come proposto piu volte da Cesare Damiano.