Tutti contro la decisione del governo sui quota 96

Gli incredibili sviluppi della vicenda legata ai quota 96 della scuola che hanno visto la bocciatura del relativo emendamento al decreto della Riforma della PA, è ovviamente uno dei motivi di discussione più caldi anche da parte degli esponenti politici e non che hanno seguito da vicino l’iter parlamentare e quanto successo nelle ultime settimane.

Il governo dei soli annunci ha colpito ancora: per i lavoratori della scuola quota 96 si allontana di nuovo il sacrosanto diritto di andare in pensione. Il governo, in piena continuità con le politiche montiane di tagli e riduzione della spesa, perde un’occasione importante per tutelare i diritti lesi dalla fallimentare Riforma Fornero”.Così le senatrice Loredana de Petris, presidente del gruppo Misto – SEL e Alessia Petraglia, capogruppo SEL in commissione Istruzione.

Se la riforma Fornero fosse stata discussa con il sindacato non ci saremmo trovati di fronte all’ennesimo pasticcio di questi giorni con gli emendamenti presentati dal governo con l’avallo di tutte le forze politiche e poi precipitosamente ritirati dallo stesso governo”. Lo dichiara in una nota il Segretario Generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

Forza Italia parla di “ennesimo flop del governo Renzi. Mancano le coperture, e da Palazzo Chigi e Palazzo Vidoni se ne accorgono solo adesso”.

Una beffa di Stato che denota una mancanza di serietà intollerabile da parte delle istituzioni”. Così Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.

“La decisione del Governo di stralciare dal decreto legge sulla pubblica amministrazione l’emendamento per risolvere la vicenda del personale della scuola di quota 96 è un atto di palese ingiustizia”. Lo afferma il segretario generale della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, facendo notare che “la copertura finanziaria era del tutto irrisoria e i benefici sarebbero stati ampiamente maggiori rispetto ai costi.

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Barbara Saltamartini, vicepresidente della commissione Bilancio della Camera, sostiene che lo stop del governo a quota 96 è una vergogna. “La burocrazia sorda e cieca vince sulla politica, svilendo e svillaneggiando il ruolo del Parlamento. Quale credibilità ha il governo se neanche in casa propria riesce a far valere la sua – ha tuonato, aggiungendo – in Italia l’esecutivo si fa dettare la linea politica da quei burocrati e tecnocrati”.

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