Scende il Pil, si svalutano le pensioni
C’è un allarme da non sottovalutare. Si tratta delle pensioni e delle loro rivalutazioni.
“Se le stime del Ministero dell’Economia e Finanza fossero verificate, sarebbe la prima volta che i contributi versati anziché rivalutarsi subiscono un decremento“: è questo il passaggio cruciale di un documento top secret che si trova nei cassetti di via xx settembre.
Il documento in questione, chiuso da tempo in un cassetto dell’Inps è una nota lasciata dall’ex coordinatore generale del servizio statistico attuariale dell’Istituto di previdenza sociale, Antonietta Mundo, colei che fino a poco tempo fa (è appena andata in pensione) sovrintendeva a tutte le stime sul futuro pensionistico degli italiani.
In pratica con il Pil che continua a restare fermo e la deflazione che si fa strada a rischio ci sarebbero gli assegni pensionistici che perderebbero una percentuale del loro valore.
Per capire di cosa stiamo parlando, basta fare un esempio semplice: i contributi versati da ogni lavoratore per il fondo pensionistico ogni anno subiscono una rivalutazione che è tarata in base alla crescita del Pil. Se però l’indicatore di crescita dovesse restare fermo al palo per un lungo periodo allora i contributi non avrebbero nessuna rivalutazione erodendo così il valore delle pensioni.
Difatti “nel 2014 – spiega il dossier – si avrà un tasso di capitalizzazione di segno negativo stimato pari a -0,024 per cento”. Per la prima volta, insomma, 1.000 euro messi da parte all’Inps per la pensione varranno 999,9 euro. E sarà, come detto, la prima volta in assoluto da quando esiste il sistema contributivo.
In parole povere: se non si ricomincia a crescere e se non arriva almeno un po’ di inflazione insomma, i futuri pensionati rischiano di essere poveri!