I sindacati dicono basta, ci vuole un cambiamento

Escludo in maniera categorica che ci saranno interventi sulle pensioni”.  E’ quanto ha assicurato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. Ieri, il premier Matteo Renzi aveva ironizzato sul rapporto con le parti sociali da settembre in poi. “Se i sindacati vogliono un autunno caldo’ facciano loro – aveva detto – già l’estate non è stata granché”.

Io non sono per ‘un autunno caldo’ fatto di scioperi. Sono per ‘un autunno caldo’ fatto di informazione costante, cruda, spietata nei confronti dei cittadini e proteste di sabato e di sera. Però il presidente del Consiglio farebbe bene a non ironizzare, perché la situazione è molto grave. Non c’è nulla da ironizzare: basta con il teatrino, è ora di lavorare insieme”.

Risponde così, in un’intervista alla Radio Vaticana, Raffaele Bonanni, segretario generale Cisl, il quale tende anche una mano: “Se vuole una collaborazione noi gliela diamo, perché, si è visto, non ce la fa ad aggredire i comuni e le regioni che sono i suoi sodali. Lì, ancora, c’è una spesa inefficiente, da ruberie che nessuno ha fermato”.

Dello stesso parere Carla Cantone, segretario generale dello Spi Cgil: “Sulle pensioni mi pare che Renzi e il ministro Poletti stiano giocando a nascondino. O peggio, al gioco delle tre carte. Per non parlare del sottosegretario all’Economia Baretta, che ha pure fatto il sindacalista ed evidentemente si è scordato che ad una pensione da 2 mila euro netti al mese ci arriva un operaio specializzato dopo decenni di lavoro, altro che d’oro! […] Ma è molto più facile colpire i pensionati. Ci sono illegalità, sprechi, cumuli eccessivi nelle pensioni? Si intervenga su questi, non in modo lineare”.

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Per ora le uniche chiacchiere su pensioni e pubblico impiego sono solo quelle del governo e preoccupano”. Così Geremia Mancini, segretario generale dell’Ugl, intervenendo a Skytg Economia. Due le proposte lanciate dal sindacalista:

  1. Per le crisi aziendali occorre da parte del governo “smettere di isolare le vertenze racchiudendole nei territori di appartenenza e ammettere l’esistenza di una vertenza Italia che va affrontata, anche aggredendo i privilegi”.
  2. Sul fronte del pubblico impiego invece “ci sono tante persone che hanno dato tanto in passato ma che adesso non sono più in grado di farlo. Se queste persone fossero incentivate ad andare via in modo intelligente, si potrebbero far entrare 300 mila persone” cioè creare nuovi posti di lavoro.
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