Nuovo attacco di Monti a Renzi
Non avrebbe messo gli 80 euro tra le priorità, si candidò per “terrore” dei partiti al governo e soprattutto il suo governo fece le riforme “non slide”. Assomiglia a una bocciatura il giudizio complessivo del governo Renzi quello dell’ex presidente del Consiglio Mario Monti.
Il senatore a vita, intervistato da Agorà Estate, oltre a ricostruire (per l’ennesima volta) parte dell’attività del suo esecutivo e a ripetere perché sentì il bisogno di candidarsi, affonda sull’operato di Renzi: “Il mio governo in pochi giorni ha messo in campo le riforme delle pensioni e della tassazione, introducendo di fatto una patrimoniale. Riforme concrete, non slides. Ma se il governo è all’altezza viene mandato a casa”.
E continuando sui parallelismi parla della crisi economica che oggi come allora attanaglia il Paese. Un contesto nel quale però c’è da fare un distinguo: “Allora venni chiamato al governo, non fui io a chiederlo. Oggi Renzi è andato al governo dopo averlo chiesto con forza – aggiunge –. Allora io non ero preparato per governare, Renzi si è preparato almeno un paio d’anni e ha coronato il suo sogno. E’ quindi giusto aspettarsi più velocità”. Poi spezza una lancia a favore dell’ex sindaco di Firenze che “sta cercando di fare il suo meglio, ma realizzare vuol dire scontentare”.
Monti dispensa consigli, esprime pareri e soprattutto rivendica l’operato (seppur breve) del governo da lui guidato a cavallo tra il 2011 ed il 2012, un periodo che nel centrodestra italiano (area Forza Italia) descrivono come “golpe internazionale”:
“Bisogna premere al massimo per la spending review. Nella nostra breve esperienza, fu possibile evitare l’aumento di due punti di Iva, estendere la salvaguardia pensionistica e fare due miliardi di stanziamenti per la ricostruzione in Emilia. Con Renzi ho parlato due volte prima che diventasse premier, poi si vede che è stato molto occupato, non c’è più stata occasione” ha dichiarato Monti, spiegando che il suo timore più grande relativo proprio al nuovo giovane primo ministro riguarda proprio le sue intenzioni “rottamatrici”, che relegano il passato come una brutta esperienza da non ripetere. Monti, in questo senso, rivendica la riforma delle pensioni e la “riforma della tassazione” (patrimoniale).