Quota 96, beffati e traditi da Renzi e Giannini

Sono state pubblicate ieri le linee guida della Riforma della Scuola. Si tratta di un piano straordinario su cui si aprirà una consultazione pubblica dal 15 settembre al 15 novembre prima dell’adozione dei provvedimenti attuativi (previsti dal prossimo gennaio). Ampiamente anticipate nei giorni scorsi, le linee guida confermano l’intenzione del governo di chiudere la questione del precariato con l’immissione in ruolo dal prossimo settembre 2015 di tutti i precari storici e tutti vincitori e gli idonei dell’ultimo concorso (circa 150 mila insegnanti).

Renzi non ha parlato direttamente in conferenza stampa, ma in un video dove ha presentato le riforme della scuola tratteggiando le linee principali ma dando davvero poche iniziative operative. Non si è parlato affatto di quota 96 nonostante le promesse di Renzi e le parole del Ministro Giannini. Una ennesima delusione.

A nulla sono valse le parole di Cesare Damiano presidente della Commissione Lavoro di Montecitorio, che intervenuto sulla questione dei Quota 96 ha detto: “Vogliamo ricordare al Governo che bisogna anche risolvere il problema di ”Quota 96” degli insegnanti – sottolinea Damiano – per porre rimedio ad un errore che ha intrappolato ingiustamente 4.000 docenti che non possono andare in pensione, pur avendone diritto”.

Così tutti coloro che avrebbero dovuto usufruire della pensione, si ritrovano al punto di partenza, con un nuovo anno scolastico da affrontare, con sempre meno stimoli per la stanchezza e quelle tutele che non vengono riconosciute dallo Stato, dai sindacati, dalle sigle di rappresentanza, tutti incapaci di cambiare le cose.

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Sarebbe dunque anche il caso di smetterla con proclami e promesse infrante mostrando maggior rispetto per una categoria che meriterebbe ben altro: a questo punto l’unica chance per i quota 96 della Scuola rimane il ricorso alla Corte Costituzionale.

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