Lorenzin e la minaccia demografica
Sul welfare, non solo quello italiano ma anche quello dell’Europa è caduto il “meteorite” della crisi economica ed un “vulcano” è destinato ad esplodere, quello demografico con il crollo della natalità. E’ il quadro “apocalittico” che il ministro della Salute ha descritto nel corso del suo intervento alla Summer School della Fondazione Magna Carta sul destino del welfare del Vecchio Continente.
Per un Paese che non ha un tasso di natalità in risalita “significa andare incontro a un disastro, specie nel campo del welfare. E l’Italia è in questa situazione. Un paese che non raggiunge un tasso di sostituzione è un paese morto, non è in grado di programmare, fallisce come governo e come paese. Se non nasceranno bambini avremo questo problema e non sarà una sorpresa. Le nostre pensioni e l’assistenza sanitaria chi le pagherà? E le imprese a chi venderanno i prodotti”, le domande utilizzate da ministro nel suo discorso”.
“Se qui non si torna a fare bambini è un grosso problema. E gli extracomunitari smetteranno di fare figli anche loro dopo la prima generazione”. Secondo Lorenzin esiste una relazione diretta tra calo delle nascite e crisi economica, in quanto meno bambini comportano meno consumi e quindi una stagnazione dell’economia. Il ministro della Salute ha inoltre sottolineato come il fatto che le donne ora possano, grazie al miglioramento delle condizioni sanitarie e alla scienza di procreare in età più avanzata rispetto ad anni fa, “non può e non deve essere considerata una panacea per rimandare la genitorialità”.
“E’ questa – dunque – la domanda del semestre ma non riguarda solo l’Europa – ha spiegato il ministro – anche negli USA ci si domanda come agire”. I punti cardine dell’azione saranno: “una politica della sostenibilità economica e dello sviluppo demografico, l’appropriatezza delle cure, l’organizzazione dell’assistenza e lo sviluppo della prevenzione”.