Scandalo pensioni sindacalisti, il nuovo commissario Inps Treu, ‘non ricorda’!

Rappresentanti sindacali con mega pensioni nonostante abbiano versato pochissimi mesi di contributi. E’ uno dei paradossi della Legge 564, che rende tutto legale. Anche se questi sindacalisti potrebbero non aver mai ricevuto lo stipendio per i quali quei contributi sono stati versati. Nadia Toffa de Le Iene è tornata ad affrontare l’argomento che era già stato già al centro di alcuni servizi del programma Mediaset.

Il trucchetto è semplice: con la legge 564 del 1996, la base per il calcolo della pensione dei sindacalisti è costituita soltanto dall’ultimo mese di stipendio percepito. In questo modo per un sindacalista è sufficiente lavorare pochi mesi, o anche uno soltanto, magari facendosi riconoscere uno stipendio alto, per poi avere accesso per il resto della vita ad una pensione calcolata come se quello stipendio fosse stato percepito per tutta la vita lavorativa. Ma dal momento che in realtà così non è, l’intera pensione del sindacalista pesa sulle spalle dell’Inps, e quindi dei cittadini.

Si parla di diritto acquisito, ma come sempre bisogna domandarsi se questo valga allorché vada a discapito della collettività. Con il solito rigore, Nadia Toffa si limita a fare ciò che dovrebbe fare sempre un giornalista: chiedere per capire, dare la parola ai diretti interessati sperando che forniscano una spiegazione, una motivazione, un qualcosa che dipani i dubbi su ciò che appare come un cortocircuito ancor più inammissibile in tempi di crisi.

Nadia Toffa ha infatti inseguito Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro, nuovo commissario straordinario dell’Inps e firmatario della 564 che però fugge sostenendo di “non ricordare” la disciplina inserita nel testo di legge, e promettendo di rispondere “dopo essersi documentato”.

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Più disponibili, ma non preparati Luigi Angeletti della Uil e a Susanna Camusso della Cgil. Angeletti afferma di ignorare l’esistenza della legge ma che, se davvero le cose stanno così, si tratta di “un privilegio da eliminare”; la Camusso invece conosce l’argomento e afferma: “Il problema non è la legge, ma evitare gli abusi e perseguire gli abusi”.

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