Mercer: Il sistema previdenziale italiano “non è sostenibile”!
Il sistema pensionistico italiano è tra i meno sostenibili al mondo. Lo afferma una ricerca cofirmata tra Mercer e l’Australian centre for financial studies, che si picca di essere “il confronto più completo tra sistemi pensionistici a livello globale“, e confronta 25 grandi paesi in base a tre criteri che sono adeguatezza delle erogazioni, integrità della normativa e sostenibilità dei flussi.
Il sistema pensionistico italiano è al 19esimo posto sui 25 Paesi presi in considerazione. Danimarca, Australia e Olanda sono ad anni-luce di distanza. Ma sono lontane anche Germania e Francia. Godiamo invece della compagnia di Messico, Cina, Indonesia, Corea del Sud, Giappone e India. Sono gli Stati che hanno un sistema pensionistico dalla “sostenibilità dubbia”. Dubbi che, per l’Italia, sono particolarmente forti. Perché, se nella classifica generale ci lasciamo alle spalle sei Paesi, quanto a sostenibilità siamo ultimi. Il problema è tutto in un numero: 13,4. E’ la cifra che, nell’indice dello studio, identifica la sostenibilità del sistema pensionistico italiano. La Danimarca è a quota 86,5. L’Austria (penultima) è cinque punti avanti. Il Brasile (terzultimo) per poco non ci doppia (a 26,2).
I motivi per cui il nostro Paese potrebbe presto incontrare difficoltà a sostenere il peso delle pensioni sono riconducibili a numerose motivazioni, tra i quali la curva demografica, l’andamento del Pil e le difficoltà a far decollare un adeguato sistema previdenziale privato, che possa fornire nel futuro un supporto adeguato a quello pubblico.
“Diciamo spesso – spiega Roberto Veronico, responsabile della divisione Retirement di Mercer Italia – che le pensioni dei padri sono pagate dai figli. Peccato che i padri non abbiano fatto abbastanza figli e i figli siano poco occupati”. In altre parole: se i giovani non lavorano la pensione diventa un sogno, ma rischia di andare gambe all’aria anche quella dei padri!