Legge di Stabilità, Tfr in busta paga e fondi pensione, nuovo disastro annunciato!
Brutte notizie, ancora una volta, per coloro che speravano in un intervento in materia pensionistica con la legge di stabilità. Nelle slide presentate dal Governo al termine del Cdm non c’è alcun cenno alla soluzione dei problemi che interessano centinaia di migliaia di lavoratori. A cominciare dai quota 96 della scuola, allo stop delle penalizzazioni per chi matura un diritto a pensione anticipata entro il 2017, all’introduzione di una maggiore flessibilità in uscita.
I punti principali della legge nel comunicato stampa diffuso dall’esecutivo sono:
- Meno tasse per 18 miliardi;
- Gli 80 euro diventano una misura definitiva;
- Via gli alibi per chi deve assumere: zero contributi per i contratti a tempo indeterminato;
- Investimenti nei settori chiave del Paese: scuola, lavoro, giustizia;
- Riduzione del 70% del patto di stabilità per i Comuni;
- Libertà per i lavoratori dipendenti di avere il TFR in busta paga con zero costi per le imprese.
- Più risorse per ricerca e innovazione;
- Stop alle spese non coperte;
- Spending review: taglio di 15 miliardi di euro;
- Recupero e contrasto dell’evasione per 3,8 miliardi e 1 miliardo dalle slot machines;
In aggiunta Renzi ha annunciato che “la tassazione su fondazioni e fondi pensione sarà meno conveniente”.
Addiritura in anticipo la risposta dei sindacati che hanno scritto: “Da alcune anticipazioni di stampa si apprende l’intenzione del Governo di aumentare la tassazione sui rendimenti dei fondi pensione. Questa eventuale decisione del Governo, che si aggiunge alla possibilità di un’erogazione diretta del Tfr in busta paga, sarebbe sbagliata perché’ avrebbe un impatto fortemente negativo sul consolidamento e lo sviluppo della previdenza complementare”. Così il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan ma anche le altre sigle così come le forze politiche di minoranza che non vedono di buon occhio le decisioni del premier Renzi.
“Il Governo deve sapere – ha aggiunto Furlan – che così sarà gravemente compromessa la sostenibilità sociale dell’intero impianto previdenziale e l’adeguatezza delle prestazioni pensionistiche future, già indebolita dalle riforme previdenziali varate negli ultimi decenni. Non vorremmo che invece di tagliare gli sprechi e le inefficienze della spesa pubblica improduttiva, si colpissero le pensioni dei lavoratori”.