Legge di Stabilità, Padoan difende le scelte del Governo, Landini promette battaglia

Il ministro dell’economia, Pier Carlo Padoan, è sicuro: “La legge di Stabilità spingerà la crescita e genererà 800 mila posti di lavoro in tre anni, forse pure di più” ma consapevole che su alcuni aspetti ci sarà battaglia ha lanciato un po’ di messaggi. L’obiettivo è sbloccare il Paese, cosa su cui “le responsabilità sono molto diffuse, anche per colpa dei sindacati”. Un colpo al cerchio, uno alla botte: “Gli imprenditori hanno sgravi significativi. Ora devono investire e creare occupazione”. Molto, quindi, ruota attorno al “lavoro”.

Dura la risposta di Landini (Fiom): “Era stato più bravo Berlusconi che aveva detto un milione sono stanco di sentire spot. Nel Jobs act non è vero che si estendono garanzie, siamo a una delega in bianco al Governo. Con la fiducia il Parlamento ha votato una sfiducia a se stesso – ha aggiunto il leader della Fiom – non è vero che quella riforma è fatta per estendere i diritti, le proposte sono copiate da quelle di Confindustria. E’ inaccettabile la teoria che per dare protezioni a chi non le ha, si attacca il sindacato e si tolgono a chi le ha. Non so se chi non ha mai lavorato si rende conto cosa vuol dire poter essere licenziati senza giustificato motivo”.

Poi rilancia con la manifestazione del 25 la Cgil “darà inizio a una mobilitazione” sul tema del lavoro e del Jobs act. “Si dovrà indicare che la prospettiva è lo sciopero generale, e anche oltre. Le critiche che ha ricevuto il sindacato negli ultimi anni a volte sono state anche giuste, come sul tema delle pensioni, ma si deve dire alla gente che stavolta facciamo sul serio”.

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Infine conclude: “Ci sono altri modi per reperire risorse; combattere l’evasione fiscale, la corruzione, cancellare la riforma delle pensioni. In Parlamento è finita la discussione, non è più il luogo in cui i rappresentanti dei cittadini possono far valere un’opposizione efficace al governo: la delega in bianco sul decreto lavoro è la prova lampante. Allora bisogna dimostrare in altri modi e in altri luoghi che il governo non rappresenta la maggioranza del Paese. La gente mi ferma per la strada e mi dice: tenete duro”!

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