Pensioni, non più il primo ma il 10 del mese
[Aggiornamento: Solo chi ha la doppia pensione Inps-Inpdap (circa 800.000 persone) la riceverà, dall’anno prossimo, il 10 del mese. Gli altri 15 milioni la riceveranno come ora, il primo se la pensione è Inps, il 16 se hanno un assegno Inpdap.]
Ogni primo del mese lo stato deve pagare le pensioni, soldi dovuti e relativi al mese che si è appena chiuso, maturati dai pensionati, soldi loro. Nelle pieghe della nuova Legge di Stabilità invece salta fuori che il governo ha deciso che i pensionati presteranno al Tesoro fino al 10 del mese, senza interessi, e che solo allora potranno riscuotere i loro soldi.
Oltre al ‘faraonico’ risparmio per le casse statali, l’unica spiegazione data è quella relativa all’unificazione dei pagamenti fra le 800 mila persone che hanno pensioni sia Inps che Inpdap (oggi pagate il 16 del mese) e tutti gli altri pensionati. Che sono almeno 15 milioni. Compresi i due milioni che hanno una pensione inferiore ai 500 euro, e che hanno un enorme bisogno (al pari degli altri quattro milioni che prendono meno di 1.000) di avere i loro soldi il prima possibile.
Per i sindacati dei pensionati tutto questo è “inaccettabile”. Si tratta – dicono i segretari generali, di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, Carla Cantone, Gigi Bonfanti e Romano Bellissima – di “un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani”.
“Il Governo – affermano i tre segretari – non ha previsto per loro alcun tipo di aiuto e di sostegno ma ha pensato come complicargli ulteriormente la vita. È semplicemente inaccettabile. Ci domandiamo cosa abbiano fatto di male i pensionati e gli anziani per essere trattati così”.
Anche il Codacons si è detto “assolutamente contrario” al posticipo dei pagamenti delle pensioni al 10 del mese. “Se il provvedimento otterrà il via libera, il danno per i pensionati sarà enorme, così come i disagi per gli anziani”, denuncia il Presidente Carlo Rienzi.
“Sulla data di pagamento all’1 del mese si basano infatti numerose scadenze in capo ai pensionati, come rate di affitti, mutui, debiti, finanziamenti, oppure abbonamenti e altre scadenze. Ma anche in assenza di tali impegni finanziari, il posticipo dei pagamenti – considerato soprattutto che in Italia vi sono 2,1 milioni di pensionati che ricevono un assegno di importo al di sotto dei 500 euro, cifra inferiore alla soglia di povertà relativa fissata dall’ Istat – creerà un gap che oltre a produrre evidenti disagi potrebbe mettere in seria crisi la liquidità di migliaia di anziani, con conti bancari in rosso e pagamenti di commissioni in favore delle banche”.