Cobas, sciopero generale per pensioni, Jobs Act, legge di Stabilità e quota 96
Uno sciopero generale di tutto il lavoro dipendente, pubblico e privato, per l’intera giornata di venerdì 14 novembre, contro le politiche del governo di Matteo Renzi e dell’Unione europea. Lo hanno annunciato i Cub, Usi e Adl Cobas, sottolineando che “promuoveranno lo sciopero, rendendolo generalizzato e sociale, anche numerose strutture dei centri sociali e del territorio, comitati e coordinamenti dei precari, organizzazioni studentesche nazionali e locali”.
“Nello sciopero vogliamo coinvolgere anche parti significative del piccolo lavoro autonomo, schiacciato dalla crisi quanto quello dipendente, i giovani delle partite Iva e delle decine di tipologie di precariato, e pure chi non può scioperare nelle forme tradizionali, chi non ha neanche un contratto o che addirittura lavora gratuitamente. Scioperiamo contro le distruttive politiche di austerità della Ue e del governo Renzi, contro il Jobs Act e l’abolizione dell’art.18, la precarietà permanente e le privatizzazioni, la legge di Stabilità e il Fiscal Compact, il blocco dei contratti nel pubblico impiego”, si legge in una nota diffusa dai Cobas.
“Richiediamo l’abolizione della Legge Fornero e pensioni adeguate per tutti/e, un reddito minimo garantito, consistenti aumenti di salari e pensioni per recuperare almeno quanto perso dall’inizio della crisi, significativi investimenti nella scuola, nei servizi pubblici fondamentali (sanità, trasporti ecc..) e nei Beni comuni, nel diritto alla casa. Respingiamo il miserabile ricatto del governo Renzi che, mentre promette fantomatici nuovi diritti a chi non ne ha, vuole levare quei pochi rimasti ai lavoratori/trici, aizzando una competizione spietata tra giovani e meno giovani, tra ‘stabili’ e precari, vendendo fumo in perfetto stile berlusconiano per nascondere il fallimento delle politiche di austerità, che invece di diminuire il debito pubblico lo hanno aumentato, e di precarietà/flessibilità estrema del lavoro, che, lungi dal ridurre la disoccupazione, la stanno portando a livelli record”.
“Rifiutiamo il Piano Renzi, i presidi-Marchionne con il potere di assumere e licenziare, l’abolizione degli scatti di carriera sostituiti da miseri scatti di presunto ‘merito’, l’ingresso delle imprese negli istituti scolastici, il Sistema di valutazione nazionale con i grotteschi quiz Invalsi; e chiediamo l’assunzione di tutti i precari/e docenti ed Ata che lavorano da anni nella scuola, 300 euro mensili netti per docenti ed Ata parziale recupero di quanto perso con il blocco dei contratti, l’immediato pensionamento dei Q96, la gestione collegiale degli istituti, un serio aggiornamento dei docenti mediante anno sabbatico”.