Sondaggio Confesercenti-Swg: Anticipo Tfr solo per due lavoratori su dieci

E’ una fotografia che lascia ben poco spazio alla ripresa economica quella scattata da un sondaggio Confesercenti-Swg che prevede un esito “flop” per la misura caldeggiata da Matteo Renzi per mettere il Tfr dei lavoratori in busta paga.

Secondo uno studio dell’associazione dei consumatori, infatti, il provvedimento, contenuto nulla legge di Stabilità, non servirà a rilanciare i consumi come preannunciato dal governo.

Di fronte alla possibilità di scelta, la maggioranza dei dipendenti (il 67%) continuerà ad accantonare il gruzzolo e lo lascerà infatti in azienda. Solo il 18%, meno di uno su due, lo chiederà invece ogni mese; un segnale che dimostra, anche nella recessione, il rapporto di fiducia che intercorre tra i lavoratori dipendenti e le loro imprese. Infine 15% di dipendenti, invece, ancora non ha deciso.

Tra i lavoratori che hanno intenzione di richiedere il Tfr in busta paga, la maggior parte è ancora incerta su come utilizzare la liquidità in più (44%), mentre il 17% la investirà soprattutto in forme di risparmio alternative. Il 16% punta a pensioni integrative e il 13% dice che userà la somma per saldare pagamenti e debiti pregressi. La percentuale sale al 36% tra i giovani compresi tra i 18 e i 24 anni. Solo il 10% investirà il Tfr in acquisti.

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Il numero ridotto di persone che opteranno per il Tfr in busta paga, inoltre, potrebbe porre un problema anche per i conti pubblici. Il Tfr in busta paga, infatti, è sottoposto a tassazione ordinaria, e non ridotta come quando viene preso a fine carriera. Sulla base dei dati emersi dal sondaggio, stimiamo che il gettito Irpef generato dalla maggiore tassazione sarebbe di 1 miliardo, circa 1,5 miliardi in meno di quanto previsto dalla relazione alla Legge di Stabilità. Secondo cui il numero di dipendenti che opteranno per il Tfr in busta paga è molto più alto: il 40% dei lavoratori delle imprese fino a 10 dipendenti, il 50% di quelle fra 10 e 50 dipendenti, il 60% in quelle di dimensioni ancora maggiori.

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