Secondo Governo e Inps la vicenda esodati è chiusa
Oltre 162 mila persone salvaguardate, più di 97 mila assegni certificati per un totale di pensioni liquidate che supera le 56 mila. Sono queste le cifre sui cosiddetti esodati riportate dall’Inps. I numeri sono il risultato dell’applicazione dei sei provvedimenti di salvaguardia finora emanati, per tutelare quanti erano rimasti senza stipendio e senza pensione.
Lo hanno annunciato il commissario dell’istituto Tiziano Treu e il direttore generale Mauro Nori, dopo l’incontro di mercoledì con i senatori della commissione Lavoro. Grazie a sei provvedimenti di tutela all’Inps risultano tutti “messi in salvo” i cittadini lasciati nel limbo – senza reddito e senza pensione – a causa di un errore nella stesura delle norme. Secondo l’Istituto di previdenza infatti, i vecchi numeri (si era parlato di 390.000 esodati) sono stati sorpassati: “Certo quella che si chiude è la fase emergenziale”, ha detto Nori.
Una fase che ha creato polemiche e battaglie di cifre. Fuori dai 162.130 ci possono però essere ancora altri “casi specifici” che saranno individuati da un censimento attraverso il monitoraggio avviato dal sito della commissione, come annunciato dalla senatrice Anna Maria Parente: “Con l’audizione dell’Inps, ha avviato i lavori nell’ambito della Commissione Lavoro del Senato, la sottocommissione sugli esodati, da me presieduta, con la missione di effettuare un censimento dei casi di esodati ancora esistenti”.
“I dati dell’INPS – prosegue Parente – dimostrano che le varie categorie di esodati sono stati tutte salvaguardate fino a gennaio 2015. Parliamo di coloro che avevano raggiunto un accordo con la propria azienda e che godevano di uno scivolo ‘coperto’, non più adeguato al momento dell’entrata in vigore della legge Fornero, a causa del conseguente aumento dell’età pensionabile. Si tratta di lavoratori che si sono ritrovati senza stipendio e senza pensione e dunque lo Stato è intervenuto con sei salvaguardie a loro favore. Ora esistono ancora dei casi individuali, che censiremo per poi trovare una soluzione”.
“Esiste poi un’altra questione – conclude Parente – che riguarda i lavoratori over 60 che perdono il posto, non ne trovano un altro e non godono di ammortizzatori sociali. Questi non sono esodati veri e propri, ma il loro è un problema conseguente all’allungamento dell’età pensionabile per il quale avanzeremo proposte di soluzione”.