Sì al taglio al pro rata ma solo per le pensioni erogate dal 2007 in poi

La Corte di Cassazione nella sentenza 24221, depositata il 13/11/2014, ha concluso che bisogna fare una netta distinzione tra le pensioni liquidate ai professionisti prima del 2007 e quelle liquidate successivamente. Pensioni liquidate prima del 2007: per queste pensioni deve essere applicato in modo rigoroso il principio del “pro rata”(articolo 3, comma 12 della legge 335/95), in base al quale non possono essere disattese le aspettative dell’iscritto a un ente previdenziale in relazione alle anzianità maturate prima delle modifiche peggiorative. Per i trattamenti pensionistici liquidati a partire dal 1° gennaio 2007, il principio del “pro rata” può essere applicato in maniera attenuata per motivi di interesse generale costituzionalmente rilevanti, qual è, nel caso delle Casse professionali, l’esigenza di assicurare l’equilibrio finanziario di lungo periodo.

Secondo la Cassazione, dunque, per le pensioni erogate dal 2007 i tagli applicati dalle Casse (anche in relazione a delibere precedenti) sono comunque legittimi, perché l’articolo 1, comma 763, legge n. 296/2006, attenuta il principio del pro rata: l’ente previdenziale deve tenerlo presente ma senza più doverlo rispettare in modo assoluto. Per le pensioni precedenti al 2007, come già stabilito dalla Corte di Cassazione con sentenza 17892/2014, va interpretato rigidamente il principio del pro rata, a “tutela dell’affidamento legittimamente sorto nei soggetti assicurati e già pensionati”.

Ho sempre affermato in questi mesi di avere piena fiducia nella decisione della Suprema Corte, convinto, come sono sempre stato, che alla fine avrebbero prevalso le ragioni di diritto oltre che quelle del normale buon senso”, il commento di Luigi Pagliuca, presidente della Cassa nazionale di previdenza dei ragionieri.

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Le nuove generazioni – spiega il numero uno della Cnpr – non possono farsi carico di mantenere i privilegi di quelle precedenti, e questo il legislatore lo aveva già intuito nel 2006, quando ebbe modo di chiarire come il principio del pro rata non poteva prescindere dalla necessità di mantenere in equilibrio il fondo e quindi garantire le pensioni future. Questo è quanto nella sostanza hanno riconosciuto i giudici di Cassazione e questo è quanto abbiamo più volte sottolineato in questi mesi in ogni occasione e in tutte le sedi istituzionali”.

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