Sindacati ‘d’accordo’ ma divisi

Pronta a presentare al Governo Renzi una proposta di riforma pensioni con la pensione anticipata nel gennaio 2015 rinunciando al momento allo sciopero generale, la Cisl di Annamaria Furlan non rinuncia a fare sentire la propria voce sulla Legge di Stabilità che apprezza soltanto in parte ma critica i mancati interventi di riforma delle pensioni.

Se la Legge di Stabilità 2015 dovesse essere approvata definitivamente così com’è sarà una pietra tombale sulla previdenza integrativa”, ha sottolineato la leader della Cisl riferendosi all’aumento delle tassazioni dei rendimenti sui fondi pensione. Inoltre “manca del tutto una risposta ai pensionati e manca il contratto pubblico. Lo Stato da oltre 6 anni non rinnova il suo contratto ai lavoratori. Su questi temi faremo tre grandi manifestazioni”. Il primo dicembre è infatti in programma lo sciopero dei lavoratori della Pubblica amministrazione.

Per cambiare la finanziaria e il Jobs act, ma soprattutto per far ripartire l’economia reale del Paese – sostiene ancora Furlan – non serve oggi uno sciopero generale. Si blocca il Paese un giorno e l’indomani si rimane come si è. Serve invece una mobilitazione costante che obblighi il Governo nazionale, ma anche tutte le parti sociali e i governi locali a fare un grande patto per lo sviluppo e per il lavoro”.

Il leader Cisl, Annamaria Furlan, sbaglia. Durante il governo Monti Cgil, Cisl e Uil proclamarono 3 ore di sciopero generale contro la riforma delle pensioni. E si trattò di uno sciopero contenuto perché fu proprio la Cisl a frenare”. Così le risponde “per amore della precisione” il leader Uil, Carmelo Barbagallo.

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E aggiunge: “Apprezzo la coerenza della Cisl; apprezzerei anche, però, che tutti ricordassero la verità dei fatti. E uno dei fatti veri è che la Uil sciopera sempre e solo per sostenere il merito delle rivendicazioni. Anche in questa circostanza è così: saremo in piazza il 12 dicembre per gli 80 euro ai pensionati, per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, per una legge di stabilità che punti realmente allo sviluppo a partire dal Mezzogiorno, perché le tutele siano davvero crescenti, perché ai giovani sia data stabilità, perché non manchino le risorse per la cassa integrazione”.

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