Arriva la busta arancione online, per sapere quanto si prenderà di pensione
Dopo 25 anni di attesa, per la cosiddetta busta arancione qualcosa si muove. Si tratta del sistema di calcolo che consentirà ai lavoratori di ottenere una proiezione della loro futura pensione, un sistema che l’Inps sta attualmente sperimentando.
Per inciso, la busta arancione non sarà cartacea, ma si consulterà online. Ognuno sarà dotato di un Pin personale per accedere ai servizi online dell’Inps. La nuova applicazione valuterà l’estratto conto previdenziale visibile online, elaborerà i contributi che ancora mancano, li assocerà allo scenario macro-economico sulla base dei dati della Ragioneria dello Stato per le previsioni di medio-lungo termine. I parametri comprendono l’andamento dell’economia (il Pil), quello delle retribuzioni, il livello di inflazione. Molto importante è la speranza di vita: fra un anno ci sarà il nuovo dato a partire dal 2016. E’ chiaro che con l’aumentare della speranza di vita, diminuisce l’importo dell’assegno.
La sperimentazione di Simula (questo il nome del progetto), coinvolge circa 10mila lavoratori che già hanno utilizzato il pin personale per accedere ai servizi online disponibili sul sito dell’istituto di previdenza. Si tratta di individui con contributi versati interamente all’Inps, con una situazione definita e vicini alla pensione (particolari per altro già anticipati il mese scorso dal commissario dell’Inps, Tiziano Treu).
Prevista dalla riforma delle pensioni del 1995, che ha introdotto il sistema contributivo, la “busta arancione” (dal colore del plico inviato ai cittadini svedesi, all’avanguardia da questo punto di vista) non è mai diventata realtà anche perché se da una parte consente al cittadino di acquisire maggiore consapevolezza della propria situazione previdenziale, conseguenze negative potrebbero essere determinate dalla diffusione di previsioni poco attendibili o dalla prospettiva di incassare un assegno inadeguato per garantirsi uno standard di vita analogo a quello tenuto durante gli anni di lavoro.
Tuttavia, proprio perché i percorsi lavorativi oggi sono diventati più incerti, è opportuno che questi strumenti di calcolo vengano messi a disposizione. Alcune realtà più piccole già lo fanno: si tratta, per esempio, di Inarcassa (l’ente di previdenza di ingegneri e architetti) e della Cassa di previdenza dei consulenti del lavoro. E proprio la “ricostruzione” della vita contributiva dei lavoratori che hanno versato a più enti previdenziali è l’ulteriore tassello che deve essere completato affinché la “busta arancione” diventi uno strumento universale e di effettiva utilità.