Camera: Tagli sulle pensioni d’oro e sui vitalizi, deciderà la Consulta
Il taglio alle pensioni dei dipendenti della Camera? Rischia di finire nel nulla, sommerso dai ricorsi. Senza contare che potrebbe essere bocciato dalla Corte Costituzionale; una scelta obbligata, sostiene la commissione giudicante, perché la ghigliottina assomiglia troppo a una norma bocciata più di un anno fa dalla Corte costituzionale. Una nuova battuta d’arresto nella battaglia contro i costi della politica sembra dunque dietro l’angolo.
Il nodo centrale riguarda una delibera approvata dall’ufficio di Presidenza dei deputati il 4 giugno scorso, che riprende il contributo di solidarietà introdotto nella manovra economica del dicembre 2013 dal governo Letta; il provvedimento presenta infatti “elementi di identità” con il “contributo di perequazione” voluto nel 2011 dal governo Berlusconi, bocciato dalla Corte Costituzionale nel maggio 2013.
I giudici interni, ovvero i democratici Francesco Bonifazi (il presidente), Ernesto Carbone e Fulvio Bonavitacola hanno pertanto deciso di rivolgersi alla Corte, perché se è vero che la pronuncia, “non potrebbe essere sindacata dalla Consulta”, è altrettanto vero che, per altri versi, “non potrebbe essere sindacata neanche dalla commissione giurisdizionale”. Al fine di superare lo scoglio della competenza giurisdizionale, i tre deputati decidono di rivolgersi comunque ai giudici costituzionali.
E per una sfida che rischia di essere persa, ce n’è una a un passo dal successo. In un’altra sentenza, infatti, i giudici gelano le speranze dei dipendenti di Montecitorio che avevano presentato ricorso contro i tagli alle indennità, confermando la riduzione del 10% di questa voce dello stipendio. Via libera anche a un secondo intervento, decretato nell’agosto del 2013, che accentua la prima sforbiciata. La commissione bolla questi ricorsi come tardivi e infondati, respingendo anche l’ipotesi di un comportamento antisindacale della Camera. Il paletto fissato è chiaro: a differenza della parte fissa dello stipendio, scrivono i giudici, le indennità possono essere oggetto di tagli.