Damiano, all’indomani della decisione della Consulta, ‘spinge’ per quota 100
“Al di là della decisione della Consulta il tema previdenziale va comunque messo all’ordine del giorno dal Governo”. Lo ha ribadito ieri, subito dopo il pronunciamento dei giudici della Corte Costituzionale sul referendum per l’abolizione della riforma pensioni Fornero, il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano.
“La situazione non è più reggibile per le conseguenze che la ‘riforma’ Fornero ha prodotto”. Damiano ha ricordato a proposito “l’eccessivo innalzamento dell’età pensionabile che frena l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro”. Poi il parlamentare ha rammentato il problema dei lavoratori esodati, che non è ancora estinto nonostante con “sei salvaguardie si sia risolta positivamente la situazione di oltre 170.000 lavoratori”.
Una situazione grave che secondo il presidente della commissione Lavoro di Montecitorio “impone una correzione al sistema pensionistico” a prescindere dal no della Consulta al referendum proposto dalla Lega.
“La riforma del 2011 ha avuto due effetti controproducenti sul piano sociale: il primo, è quello di aver creato una situazione esplosiva, a partire dal problema degli esodati, a causa dell’assenza di gradualità nell’innalzamento dell’età pensionistica. Il secondo è che andare in pensione di vecchiaia oltre i 67 anni è causa di un sostanziale blocco delle assunzioni: non è difficile immaginare che se i genitori rimangono inchiodati nel posto di lavoro fino a tarda età, i loro figli e nipoti troveranno con maggiore difficoltà una occupazione”.