Nuovo appello del Gruppo Deroghe Legge Amato 1992
“Alla cortese attenzione della Commissione Lavoro Camera E Senato
Nonostante i numerosi appelli fatti dalle c.d. Derogate legge Amato 1992, non si riesce ancora a capire e percepire che questa particolare categoria di esodati ha già subito un´innalzamento dell´età con gradualità ad inseguimento dal 1992 e che le/i pensionandi dell´epoca si ritrovarono a dover attendere altri 5 anni per raggiungere i 60 anni per ottenere il diritto alla pensione minima di vecchiaia. All´epoca l’aspettativa di vita media per quelli degli anni 50/55 si aggirava sui 69 anni e l´innalzamento di 5 anni dell´età fu vissuta come una vera ingiustizia.
Con successiva riforma Sacconi-Tremonti si innalzò ulteriormente l´asticella di un altro anno e si introdusse anche un ulteriore innalzamento per l´aspettativa di vita. Con la Riforma Fornero le derogate Amato rischiarono infarti ed esaurimenti, dovuti alla rabbia per il maldestro tentativo della Fornero di eliminarle addirittura dal diritto alla pensione sancito dalle deroghe Amato del 1992. Successe infatti che INPS emanò la circolare 35 con la quale non si riconoscevano più le suddette deroghe e si chiedevano 20 anni minimi di contributi per la pensione.
Considerando che in maggior parte le deroghe Amato riguardavano persone problematizzate per problemi personali o familiari, tale tentativo fu vissuto come una vera porcheria legislativa dagli interessati poiché ormai 60enni e in piena crisi economica, mai sarebbero riusciti a versare i 5 anni ulteriori richiesti. Ribellandosi ed organizzandosi in rete, dopo numerose proteste, le quindicenni riottennero il diritto in via amministrativa con circolare INPS n. 16, ma ancora una volta il requisito anagrafico (non cristallizzato) ad inseguimento aumentava l´asticella di ulteriori 6 anni per l´ottenimento della pensione, per un totale fino a dodici anni di attesa.
Noi derogate Amato, ci chiediamo come sia possibile che i legislatori possano permettere una simile aberrazione. Possibile che non si siano resi conto che questa partita doveva chiudersi ancora prima della riforma Fornero e che questa categoria stia subendo un´ingiustizia che sarebbe intollerabile in ogni forma civile di diritto?
Chiediamo con forza che si ponga rimedio e che si trovi alla svelta una soluzione per queste persone così duramente trattate e ormai allo stremo psicologico e fisico. Fate in fretta perché tutti i nostri risparmi sono finiti da tanto tempo e stiamo sopravvivendo con estrema fatica e fortemente amareggiati per la totale indifferenza verso il nostro stato”.