Dalbuono (Cisl): Offensivo parlare di ‘bonus pensioni’
«La sentenza della Corte Costituzionale non lascia dubbi: i pensionati debbono ricevere un’integrazione del proprio trattamento calcolato sulle variazioni delle variazioni dell’inflazione intervenute negli ultimi anni. Ma purtroppo il Governo ha deciso di lavarsene le mani. Attendiamo la conversione del decreto e se non ci saranno risposte adeguate a questo obbligo ci prepareremo a una valanga di ricorsi».
Questo il commento di Sergio Dalbuono segretario provinciale della Cisl pensionati riguardo al cd. Bonus Poletti, ovvero i rimborsi pensioni.
«Secondo un indirizzo della giurisprudenza – continua Dalbuono – di ormai consolidato e costante (la prima sentenza in questo senso risale all’88) della Suprema Corte, la pensione deve intendersi come retribuzione differita, l’esigenza di una costante adeguazione del trattamento di quiescenza alle retribuzioni del servizio attivo ne è naturale conseguenza. La posta in palio è altissima e lo sappiamo, vale 18 miliardi di euro, ma non si può pensare di aggirare l’ostacolo con un “bonus” che si presenta come una “mancia” offensiva. È già stato richiesto un incontro al governo sul tema e a livello regionale ci ripromettiamo di parlarne a breve con i parlamentari della regione perché siano apportate in tempo le variazioni al provvedimento annunciato».
«Noi non poniamo una scadenza immediata – aggiunge – anche perché occorrerà un mese per la conversione del decreto. Ma prima di allora vogliamo discuterne, affrontare insieme questo delicato problema prima che diventi legge dello Stato. Non si può pregiudicare il futuro della gente cancellando tutto con un pezzo di spugna. Attendiamo il richiesto e dovuto confronto».
«In caso di perdurante silenzio – conclude – saremo a disposizione di quanti vorranno opporsi ad una scelta così iniqua. Perché ad esempio nessuno ha parlato di rateizzazione del debito dello Stato? Aspettiamo il tempo della contrattazione altrimenti sarà una pioggia di ricorsi».