Damiano: Sulla flessibilità serve chiarezza perché il ricalcolo contributivo è inaccettabile
“Il ministro Padoan ha affermato che il tema della flessibilita’ in uscita e’ uno dei primi punti all’ordine del giorno del Governo: questo ci conforta. Ci auguriamo che l’incontro tra il ministro dell’economia, Poletti e Boeri porti a un chiarimento circa la posizione del Governo”, dice Cesare Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera.
“Come Pd – continua – abbiamo depositato le nostre proposte che sono gia’ in discussione alla Commissione Lavoro della Camera. La principale consente di andare in pensione a partire dai 62 anni con 35 di contributi e l’8% di penalizzazione. Su questo disegno di legge noi vogliamo confrontarci con il Governo: si tratta di una soluzione che favorisce l’occupazione dei giovani e combatte le nuove poverta’ costituite dagli esodati non compresi nelle sei salvaguardie che abbiamo conquistato negli ultimi tre anni. Un problema non ancora risolto”.
“La nostra proposta di flessibilita’ – spiega Damiano – non puo’ essere liquidata come un problema di costi come ha fatto l’Inps: l’Istituto di previdenza dovrebbe, nella sua operazione trasparenza, fornirci i conti separati di previdenza e assistenza, e quantificare i risparmi del futuro. A noi risulta che nel periodo 2020-2060 il sistema pensionistico risparmiera’ circa 350 miliardi di euro. Il dato e’ stato confermato dalla Ragioneria. Cosa dice l’Inps?”.
“Da una massa di risorse cosi’ ingente si puo’ ricavare quanto serve per una misura di giustizia e di modernita’ come quella della flessibilita’ pensionistica. E’ inaccettabile che si risponda a questa domanda proponendo il ricalcolo dell’assegno pensionistico integralmente con il sistema contributivo”, ha terminato il presidente della Commissione Lavoro alla Camera.