Sindacati: La riforma Fornero fa acqua da ogni parte

«La sentenza della Corte Costituzionale sul blocco delle pensioni – afferma Franco Capaccioli, segretario provinciale dello Spi-Cgil – ha creato molte legittime aspettative. Dopo la sentenza il Governo ha approvato un Decreto Legge parziale e insufficiente, che definisce la normativa di riferimento: non c’è più il blocco Fornero, non c’è più la Sentenza, c’è il Decreto, che deve essere convertito in legge entro il 21 luglio. L’Inps ha assunto due posizioni: si è impegnato ad attuare, con la rata di agosto, le misure che la legge di conversione stabilirà; ha inviato una circolare a tutte le sedi prescrivendo di respingere le domande di ricostituzione pensioni che facciano riferimento alla sentenza della Corte o al Decreto. In ogni caso, per richiedere una ricostituzione di pensione, occorre che il danno si sia verificato e ciò avverrà solo quando il Decreto verrà applicato».

«Noi non promettiamo miracoli – continua Capaccioli – noi lavoriamo per ottenere risultati chiari. Innanzitutto il Governo deve aprire un confronto vero sul tema della Previdenza con Cgil, Cisl e Uil perché la riforma Fornero fa acqua da ogni parte e non c’è solo il problema dei pensionati. Poi, per quanto ci riguarda, abbiamo due punti specifici “nostri”: la definizione di un sistema di perequazione annuale delle pensioni che non sia messo in discussione ad ogni legge di stabilità (chiediamo infatti di ripristinare il sistema concordato con il Governo Prodi che garantiva il 100% fino a 5 volte il minimo e riconosceva a tutti una rivalutazione pro-quota) e l’utilizzo delle pensioni perequate al 2013 come base di calcolo per gli anni successivi per evitare che la perdita di reddito continui a riprodursi nel tempo».

«Inoltre – aggiunge il segretario – chiediamo che con i risparmi che si realizzano sulla previdenza sia costituito un apposito fondo di sostegno alle pensioni dei giovani».

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«Infine – spiega Capaccioli – vogliamo ribadire che non lasceremo solo nessuno: le persone vengano nelle nostre sedi, le informeremo della situazione, le assisteremo nelle pratiche necessarie, metteremo a disposizione tutte le nostre conoscenze e competenze insieme al Patronato. Chiederemo loro di lasciare il proprio nominativo con l’impegno di chiamarle appena il quadro sarà definito e consentirà di valutare meglio la percorribilità di eventuali ricorsi. Fare già oggi un ricorso è inutile e costoso sia perché sarebbe contro un decreto che ‘potrà’ essere modificato dalle Camere e quindi non avere effetti, sia perché comunque non si è ancora prodotto il danno e l’Inps respingerebbe tutte le istanze».

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