Pacifico: A questo punto non c’è altra scelta; ricorreremo alla Corte dei Conti
“La nostra organizzazione sindacale – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief, segretario organizzativo Confedir e confederale Cisal – ha sempre contestato tale di procedere del Governo. Perchè si tratta di una decisione politica salva conti pubblici, ancora una volta sulla pelle dei cittadini che hanno lavorato una vita. Le sentenze definitive, nel bene e nel male, vanno rispettate: per questo, i rimborsi dovevano essere distribuiti in proporzione a quanto indebitamente trattenuto. Mentre è stata scelta la via dell’assegnazione di un importo una tantum, senza alcuna possibilità di consolidare in misura piena gli arretrati non percepiti”.
“A questo punto – prosegue Pacifico -, non c’è altra scelta: ricorreremo alla Corte di Conti. Per recuperare quel 70-90 per cento di soldi non recuperati. Con effetti penalizzanti, tra l’altro, che si trascineranno pure sull’assegno di quiescenza.
Ricorreremo, certamente, pure contro la tassazione delle somme corrisposte. Siamo pronti ad un’altra battaglia legale, per ottenere una nuova pronuncia di illegittimità. Se necessario, impugnando anche il decreto legge 65 imposto dal Governo, poi diventato Legge 109, ancora sino dinanzi alla Corte Costituzionale”.