Inca: 7 proposte contro la povertà del contributivo
Dopo vent’anni dall’introduzione del sistema contributivo del calcolo delle pensioni, “oggi è ancora possibile introdurre una serie di correttivi che con una spesa limitata andrebbero ad alleviare situazioni di disagio e povertà”.
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Questo l’obiettivo di Inca, il patronato della Cgil, che ha presentato in un convegno le sue sette proposte sulle pensioni. L’Inca chiede:
- di reintrodurre l’integrazione al minimo, per integrare importi di pensione troppo bassi che non raggiungono neppure il minimo vitale.
- l’eliminazione dei massimali alla contribuzione figurativa sui trattamenti legati alla disoccupazione involontaria Naspi, perché le persone vengono penalizzate due volte, prima quando perdono il lavoro e successivamente per la misura della propria pensione che si riduce.
- diversificare l’aspettativa di vita tenendo in considerazione che le varie tipologie di lavoro non sono tutte uguali. In particolare, necessitano una particolare attenzione i lavori usuranti per consentire un’uscita anticipata dal lavoro, aggiornando anche i coefficienti di trasformazione per il calcolo della misura.
- di eliminare le incongruenze e le disparità tra lavoratori, come ad esempio la possibilità di andare in pensione anticipatamente solo per coloro che maturano importi di pensione più alti.
- di introdurre la possibilità di riscatto della maternità facoltativa, anche oltre i cinque anni previsti, ed eliminare la diversa valorizzazione retributiva dei periodi figurativi.
- di rilanciare l’opzione donna, riducendo il danno economico attraverso la revisione del metodo di calcolo di queste pensioni: non dimentichiamo che l’esigenza di reintrodurre una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro investe anche gli uomini.
- E, infine, di considerare le maggiorazioni contributive previste per determinate categorie di lavoratori (esempio invalidi civili, del lavoro, non vedenti e sordo muti) ai fini del calcolo della pensione.