Inca: 7 proposte contro la povertà del contributivo

Dopo vent’anni dall’introduzione del sistema contributivo del calcolo delle pensioni, “oggi è ancora possibile introdurre una serie di correttivi che con una spesa limitata andrebbero ad alleviare situazioni di disagio e povertà”.

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Questo l’obiettivo di Inca, il patronato della Cgil, che ha presentato in un convegno le sue sette proposte sulle pensioni. L’Inca chiede:

  1. di reintrodurre l’integrazione al minimo, per integrare importi di pensione troppo bassi che non raggiungono neppure il minimo vitale.
  2. l’eliminazione dei massimali alla contribuzione figurativa sui trattamenti legati alla disoccupazione involontaria Naspi, perché le persone vengono penalizzate due volte, prima quando perdono il lavoro e successivamente per la misura della propria pensione che si riduce.
  3. diversificare l’aspettativa di vita tenendo in considerazione che le varie tipologie di lavoro non sono tutte uguali. In particolare, necessitano una particolare attenzione i lavori usuranti per consentire un’uscita anticipata dal lavoro, aggiornando anche i coefficienti di trasformazione per il calcolo della misura.
  4. di eliminare le incongruenze e le disparità tra lavoratori, come ad esempio la possibilità di andare in pensione anticipatamente solo per coloro che maturano importi di pensione più alti.
  5. di introdurre la possibilità di riscatto della maternità facoltativa, anche oltre i cinque anni previsti, ed eliminare la diversa valorizzazione retributiva dei periodi figurativi.
  6. di rilanciare l’opzione donna, riducendo il danno economico attraverso la revisione del metodo di calcolo di queste pensioni: non dimentichiamo che l’esigenza di reintrodurre una maggiore flessibilità di uscita dal lavoro investe anche gli uomini.
  7. E, infine, di considerare le maggiorazioni contributive previste per determinate categorie di lavoratori (esempio invalidi civili, del lavoro, non vedenti e sordo muti) ai fini del calcolo della pensione.
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