La lettera-appello spedita all´On. Gnecchi da una Quindicenne
Lettera
“Gent.On.Gnecchi,sono di nuovo a scriverle perchè questo silenzio verso le quindicenni è a dir poco imbarazzante ed umiliante,non capiamo perchè cosi’ tanta ostilità verso questa categoria e ne vorremmo conoscere il vero motivo, non le solite scuse che sappiamo benissimo che non sono vere e non sto ad elencare perchè già conosce i motivi di dati falsi che ci propinate ogni volta.
Ora l’On.Damiano per opzione donna mette in dubbio la veridicità del numero di 36000 delle possibili aderenti a questa opportunità e noi quindicenni ci sentiamo ancora una volta umiliate perchè vi chiedo come mai non è stato fatto anche per noi un censimento che avrebbe dimostrato che quei dati erano falsi e che siamo pochissime quelle da salvaguardare?
Perchè da chi legifera per equità e giustizia debbano invece usare due pesi e due misure? Perchè non si capisce e non si affronta il problema delle quindicenni ma ci si ricorda solo di loro per espuntarle da qualsiasi richiesta di salvaguardia o risoluzione al problema?
Lei On.Gnecchi in sua intervista ha affermato di voler aprire uno spiraglio per la classe 1952 con almeno i 20 anni di andare in pensione già nel 2016 con i 64 anni della legge Fornero, togliendo loro il paletto di essere occupati.
Fa riferimento alla circolare n.16/2013 ma Le ricordo che l’Inps con quella circolare equiparava noi con 15 anni a quelli dei 20 anni mettendoci sullo stesso piano con gli stessi diritti e allora perchè questa apertura solo per loro e non per noi,noi sempre al palo?
Si preferisce mandare in pensione chi ha decorrenza sino al 2017 e che ancora lavorano e uno stipendio ce l’hanno piuttosto che salvare le quindicenni con decorrenza dal 2012 in poi lasciandole morire di un’agonia lenta e sadica.
Non si pone quesiti morali e domande al riguardo? o gli scrupoli morali si fanno solo quando si deve trovare una soluzione per le 4 deroghe Amato 1992?perchè vi ostinate a farci rimanere sempre al palo,non vi siete fatte tanti scrupoli quando avete salvato le categorie delle sei salvaguardie sapendo di lasciarci in mezzo alla disperazione, non vi fate scrupoli ora che salvate categorie che non hanno niente a che vedere con gli esodati,perchè hanno un lavoro e uno stipendio mentre noi siamo senza lavoro e senza stipendio,con un’attesa di 13 anni prima della nostra pensione se non cambiate ancora termini,con l’unica colpa di esserci fidate di uno Stato che ci ha tradite e di un’Inps che all’epoca non ci fece fare la domanda dei contributi volontari perchè asseriva che non servivano in quanto avevamo già raggiunto i requisiti,colpa di essere state costrette a lasciare il lavoro per sopperire al Welfare dello Stato che non esisteva,che abbiamo fatto salti mortali privandoci di tantissime cose per far quadrare il bilancio e mandare avanti la famiglia,di aver fatto da badanti,madri,mogli, sguattere in seno alla famiglia.
La nostra sofferenza è silenziosa, dignitosa, perchè siamo abituate a soffrire in silenzio,a stringere i denti ma ad essere umiliate ancora una volta da voi,dal vostro silenzio, dalla vostra indifferenza NON CI STIAMO e pretendiamo, come tutti quelli che state o avete salvato, il nostro sacrosanto diritto della nostra misera, non ricca come le vostre, pensione.
Dateci una risposta ma non le solite scuse ma da politici che avete compreso il nostro problema e la nostra sofferenza e trovato la soluzione, anzichè paventare scuse campate in aria solo perchè prima dovete salvare le categorie che vi stanno a cuore a voi quando dovrebbe essere invece una priorità la nostra salvaguardia al pari di tutti gli altri. In attesa di una risposta e non scuse porgo cordiali saluti”.