Damiano e Sacconi contro Renzi e Ue: Conti sbagliati, la flessibilità si può e si deve fare

“La riforma delle pensioni Si può e si deve fare. Sono stanco dei conti fatti dall’Europa: L’Europa, dice che abbiamo i conti in ordine se tagliamo le pensioni, ma dove dobbiamo arrivare? Le abbiamo tagliate già abbastanza”.

“Vorrei aggiungere che siamo l’unico paese che quando calcola l’incidenza delle pensioni sul prodotto interno lordo, considera queste pensioni con le tasse che paghiamo sulle pensioni. Ogni anno si pagano quarantatré miliardi di tasse. Allora togliamo quelle tasse per fare i conti e vediamo se abbiamo i conti in ordine”.

“Se i conti sull’incidenza della spesa previdenziale sul Pilfossero depurati dai 43 miliardi di tasse pagate nel 2013 sulle pensioni e dagli esborsi per l’assistenza si scoprirebbe che il 15,3 percento calcolato dall’Istat scenderebbe al 10,7 percento, allineando la nostra spesa a quella degli altri Paesi europei. Correggere il sistema previdenziale con la flessibilità si può’.

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Anche per Maurizio Sacconi una flessibilità si può introdurre, se viene limitata “al breve medio termine ovvero a quella transizione graduale dal vecchio  al nuovo regime che fu trascurata all’atto di approvazione della legge  Fornero”. Per il Presidente della commissione Lavoro del Senato, la flessibilità dovrebbe essere anche in entrata, con “incentivi ai versamenti volontari dei lavoratori e dei datori di lavoro”.

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