La verità sulle Ricongiunzioni Onerose tra conti ‘truccati’ e mancata volontà politica
“I ricongiungimenti onerosi furono introdotti con la legge 122 del 2010 e furono un errore del Governo Berlusconi. Furono introdotte perchè avemmo la richiesta dall’Europa diuniformare le condizioni previdenziali di uomini e donne. Si decise di partire dal pubblico impiego in cui le donne andavano in pensione a 60 anni e gli uomini a 65. Si portarono, dunque, ai 65, piuttosto speditamente anche le donne. Il Governo, per impedire che le donne del pubblico impiego potessero passare gratuitamente tutti i loro contributi all’Inps e continuare ad andare ad andare in pensione a 60 anni aggirando la norma, misero uno sbarramento che però coinvolgeva tutti, rendendo le ricongiunzioni onerose“. Così Cesare Damiano nel suo intervento durante la trasmissione Coffe Break di La7.
“Bisognerebbe che il Parlamento, mettesse dei soldi da parte, un fondo per riparare agli errori della politica, perché ci troviamo di fronte ad errori del legislatore che fanno pagare conti salatissimi. Intanto le risorse provento dell’operazione dei ricongiungimenti onerosi finiscono nella voragine del debito pubblico; Secondo me quando si fa una legge e si stanziano dei soldi, il mio desiderio sarebbe quello venissero davvero spesi, invece tornano nuovamente da dove sono arrivati e vengono dispersi. Inoltre le cifre stimate allora per riparare all’errore commesso non furono univoche”.
Difatti, “il sottosegretario Bellotti dice che per riparare a questo errore bisogna investire 4 miliardi in 10 anni. 7 mesi dopo, l’Inps fa una nuova quantificazione e dice che per riparare a questo errore, in un decennio (2012 – 2021) occorrono 12 miliardi. Allora io mi domando: da zero a quattro a dodici miliardi, chi ha ragione? Perché se andiamo avanti così, chi fa i conti imprigiona la politica. Io non posso più fare le leggi perché sono in balia di chi fa i conti, ma almeno mi dessero un numero uguale all’altro”.
“Si tratta di un caso di perversione delle regole; anziché le ricongiunzioni, facciamo un’altra operazione: se, ad esempio, ho versato per 20 anni all’Inps, l’Ente deve liquidarmi la pensione di 20 anni e se ho versato per 15 anni all’Inpdap, esso mi deve liquidare la mia pensione di 15 anni. Non si si può considerare la pensione dell’Inpdap o dell’Inps come se fosse il riscatto della laurea. Ogni Istituto liquidi la pensione. Se si passa da un lavoro all’altro, pubblico, privato o autonomo, ricongiungiamo tutto, totalizziamo tutto con la totalizzazione gratuita in modo tale che alla fine abbiamo una pensione“!
“In ogni caso – chiosa Damiano – l‘errore c’è stato e bisogna riparare, secondo me non dovrebbero esserci dei costi. La volontà politica di riparare al danno è condivisa da tutte le forze politiche, deve diventare solo una “questione del Parlamento”.