Giu’ le mani dai diritti (sudatamente) acquisiti, la reversibilità non si tocca

Lettera

In questi giorni il panorama politico nazionale si e’ acceso di un nuovo dibattito, quello sull’abolizione delle pensioni di reversibilita’.

La pensione di reversibilita’ e’, come molti sanno, il diritto che ha il coniuge superstite, ed anche i figli in taluni casi, di ricevere la pensione del marito o padre, anche se molto decurtata.

Chiariamo fin da subito che qualsiasi governo che mettesse in atto una simile “riforma” porrebbe in atto una vera e propria rapina anticostituzionale, soprattutto se poi pensasse di destinare i fondi “recuperati” a forme di assistenza.

I motivi sono molteplici e li andiamo subito ad analizzare:

  1. l’istituto della reversibilita’ ha carattere previdenziale e si basa su di un diritto acquisito dal lavoratore che ha forza giuridica uguale a quella del diritto alle prestazioni pensionistiche, per il motivo che durante la sua vita lavorativa il lavoratore versa una quota del suo stipendio, integrata da quella che l’azienda versa a suo nome, al fine di costituire un fondo specifico destinato ad alimentare il futuro trattamento previdenziale. Si tratta quindi di un vero e proprio accantonamento per il futuro e come tale di un diritto acquisito fra il singolo e l’ente previdenziale.
  2. Per i motivi di cui sopra, l’eliminazione del diritto previdenziale, formato, ripetiamolo, con denaro proprio dell’assisitito e destinato nel suo interesse, e’ impossibile in quanto rappresenterebbe una vera e propria sottrazione di denaro ai danni dell’assistito e come tale configurerebbe un vero e proprio caso di reato di appropriazione indebita.
  3. L’istituto della reversibilita’ e’ di natura previdenziale, mentre un eventuale ventilato riutilizzo dei fondi avrebbe natura assistenziale, e dal momento che i fondi previdenziali sono vincolati per tale uso nel bilancio dell’ente previdenziale, un’eventuale azione in tal senso, configurerebbe una altrettanto gravissima violazione giuridica.
  4. Parimenti sarebbe inapplicabile un’eventuale eliminazione di tale diritto per le pensioni future, ossia per quei lavoratori i quali iniziano ora a versare i contributi, in quanto prima si dovrebbe riformare la normativa previdenziale italiana
  5. Questo governo ci ha comunque, pero’, abituato a veder perpetrate ben piu’ gravi violazioni dei diritti dei cittadini, ma una cosa va comunque chiarita, le valanghe di ricorsi, fattibili, che ne pioverebbero dimostrerebbero ancora una volta il pressappochismo e la volonta’ distruttiva, e per nulla riformatrice, di chi dovrebbe operare nell’interesse della nazione.
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Dott. Francesco Vellucci

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